Gentiloni scopre l’acqua calda: “La guerra in Ucraina danneggia l’economia dell’Ue”. Ma non doveva crollare l’economia russa?

Da ByoBlu – Il Commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni, ha tenuto una conferenza stampa sulle prospettive di crescita nel vecchio continente. Ha spiegato che il Pil dell’Eurozona non dovrebbe salire nel 2023 dell’1,1%, ma di un più modesto 0,8%. Il decremento dovrebbe avvenire anche nel 2024, passando dall’1,6%, valutato nella scorsa primavera, all’1,3%.

La tendenza negativa si rifletterà anche sull’Italia. Il reddito complessivo della Penisola potrebbe subire, entro dicembre, un incremento dello 0,9% (contro l’1,2% stimato). La stessa dinamica potrebbe replicarsi, da gennaio in poi, con un accrescimento del parametro in questione non dell’1,1%, ma dello 0,8%.



L’inflazione nel vecchio continente

L’inflazione di Eurolandia dovrebbe diminuire invece, nell’anno in corso, dal 5,8% al 5,6% entro dicembre, raggiungendo successivamente il 2,9%.

Le conseguenze della guerra in Ucraina

Il componente dell’esecutivo comunitario ha attribuito le cause del quadro delineato principalmente alla guerra in Ucraina e alle incertezze legate alla sua evoluzione.  Il conflitto, che Bruxelles alimenta inviando armi a Kiev per tentare di indebolire la Russia, produrrà conseguenze non piacevoli.



L’Occidente pagherà così pesanti conseguenze per la spedizione di mezzi bellici a Volodymyr Zelensky, ma anche per le sanzioni imposte a Mosca con lo scopo di danneggiare il leader del Cremlino Vladimir Putin.

La questione ambientale

Un secondo fattore, posto in risalto dall’ex capo della Farnesina, riguarda l’ormai immancabile tema del surriscaldamento del pianeta. I termini apocalittici, usati dal già presidente del Consiglio del nostro Paese, non sono mancati.

Ha ricordato così “i crescenti rischi climatici, illustrati dalle condizioni meteorologiche estreme, dagli incendi e dalle inondazioni senza precedenti durante l’estate”. C’è, ancora una volta, il tentativo di richiamare l’emergenza come nuova razionalità politica finalizzata a condizionare i comportamenti dei cittadini, indirizzandoli verso determinate scelte di consumo come le auto elettriche e quanto concernente la “svolta green” propagandata in ogni modo e con qualunque mezzo.

La stretta monetaria

Un terzo elemento di preoccupazione, richiamato dall’esponente del Partito Democratico, riguarda la stretta monetaria decisa dall’istituto di Francoforte. L’opzione attuata non ha contribuito a generare prospettive di ottimismo per la presenza di una minore quantità di denaro circolante, ma non è escluso che la mossa possa innescare un calo maggiormente rapido del livello generale dei prezzi.

Le indicazioni di Bruxelles

Il suo contenimento, secondo l’ex numero uno di Palazzo Chigi, deve essere contemperato con l’adozione, da parte dei governi, di investimenti uniti a politiche fiscali prudenti e omogenee su cui sarà necessario accordarsi a breve.

Rimane in vigore l’obbligo di tenere sotto controllo la spesa pubblica, attuando i piani nazionali di Ripresa e Resilienza. Viene confermata, in questo modo, l’impossibilità per Roma di intraprendere iniziative indipendenti promesse, in campagna elettorale, anche da Giorgia Meloni e dagli altri esponenti del centrodestra alla guida di un’Italia succube dei poteri forti transazionali.

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