
Da La Repubblica – La giovane era segregata in una casa di Ballarò. Assolti tre dei quattro imputati.
Secondo i giudici della Corte d’assise del Tribunale di Palermo avrebbe potuto “fare le treccine” o la “shampista”, piuttosto che la prostituta. Quindi non ritiene che la ventisettenne nigeriana sia vittima di tratta né di riduzione in schiavitù ma solo di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Un lavoro, che secondo la Corte, avrebbe svolto per scelta e per denaro.
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