L’Ue è una sciagura per le Nazioni, il premio Nobel Joseph Stiglitz: “L’Italia rischia la recessione per colpa dell’Europa!”

Da Il Paragone – Pandemia, guerra, tensioni geopolitiche dalle ripercussioni globali, tutto ciò mina le realtà più vulnerabili, e dunque: “L’Europa, e soprattutto l’Italia, che è a rischio recessione, sono le aree più esposte alle crisi internazionali”.

Pertanto, se il rischio recessione è di fatto realtà nei Paesi dell’Unione europea, l’Italia rappresenta l’anello debole. Sono le tesi non proprio confortanti di Joseph Stiglitz, economista neokeynesiano della Columbia University di New York, nonché premio Nobel nel 2001.



Giunto a Cernobbio per l’annuale Forum Ambrosetti a Villa d’Este, l’economista è stato intervistato da la Repubblica. La prima cosa da evitare, afferma, è “fare come ha fatto Trump”: ovvero, dichiarare di non credere – e, ancor peggio, dimostrarlo nei fatti – all’importanza dello Stato nell’economia e alla necessità di un efficace apparato amministrativo, laddove The Donald ha “sconvolto e quasi smantellato macchine pubbliche essenziali”.

Le misure controproducenti della Bce

A quel punto, Eugenio Occorsio, l’intervistatore per conto de la Repubblica, ha giocato l’ovvia carta del “populismo” che attribuisce al governo guidato da Giorgia Meloni, citando la tassa sui profitti delle banche, che per lui è appunto una “manifestazione di populismo”, ma Stiglitz replica così: “Io stesso ho proposto a Biden di imporre un contributo straordinario alle corporation che hanno avuto profitti record negli anni della pandemia perché si sono trovate temporaneamente in una situazione di monopolio”.



Il rischio, semmai, è che non sia attentamente “studiata, calibrata con precisione, condivisa con tutte le parti interessate”. Va detto che tutto ciò, negli Stati Uniti, non si è però verificato. Tornando all’Europa, si parla di misure folli, che più volte abbiamo denunciato anche noi da queste pagine, come il continuo rialzo dei tassi d’interesse statuito dalla Banca centrale europea, declinandolo come una misura anti-inflazione.

Ma è davvero coì? In realtà, spiega Stiglitz, il rialzo dei tassi negli Stati Uniti, deciso dalla Fed, “non è stata la terapia giusta” e lo stesso discorso, dunque, vale per il Vecchio continente, dove l’impennata è stata provocata dai rialzi energetici: “Rimosse le cause, l’inflazione sarebbe scesa lo stesso”. E ancora: “I tassi devono fermarsi, si è già andati fin troppo lontano. E l’obiettivo va portato dal 2 al 3%, altrimenti i danni sono troppi”.

I “vincoli immotivati” del Patto di Stabilità

Poi, un’affermazione forte che, se la avesse pronunciata un qualsiasi economista o rappresentante politica italiano, avrebbe suscitato una certa indignazione tra gli europeisti a oltranza. Questa: “I vincoli immotivati del Patto di stabilità” minano la situazione economica dell’Eurozona e sono causa diretta della inflazione stessa. La soluzione c’è, anzi ci sarebbe: i Paesi dell’Euro potrebbero “finanziare molto più generosamente” lo sviluppo con il debito, l’importante è che “il debito sia comune”.

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