Saviano impazzisce per il successo di Atreju: “Cambiategli nome”. E si commuove per l’amico terrorista delle Brigate Rosse Toni Negri

Da Il Secolo d’Italia – Il solito Roberto Saviano, “prezzemolino”, appena si sente un po’ trascurato dai media si inventa qualcosa per riaccendere i riflettori su di lui, agganciando qualcosa di altri, tipo un successo di pubblico e di esposizione mediatica come la festa di Atreju di Fratelli d’Italia.

Ieri, poi, la congiuntura astrale della festa con il debutto della nuova piattaforma social di Instagram, “Threads, gli ha consigliato di provare a sfondare la noia che ormai circonda le sue “provocazioni” riciclando un vecchio tema, mai decollato: quello di Atreju, personaggio fiabesco e letterario che la destra avrebbe usurpato all’autore per farne il simbolo della destra che avanza.



Saviano chiede il cambio di nome alla festa di Atreju

“Primo thread di benvenuto su Atreju; proviamo a liberarlo dal sequestro di Fratelli d’Italia?”, ha debuttato ieri, cercando di essere spiritoso, ma si sa, l’ironia non è il suo forte. Ma lui ha insistito, come già nel 2021. “Atreju non ha nulla da dividere con un programma politico di estrema destra.

Atreju creato da Michael Ende non ha famiglia è cresciuto dalla comunità Pelleverde, non c’è padre, non c’è madre, non c’è sacra famiglia nella sua vita. Il nome Atreju nella lingua del suo popolo significa proprio ‘cresciuto da tutti2. Gli eredi hanno dichiarato che ‘Michael Ende non l’avrebbe mai permesso’. Atreju libero!, ha proseguito lo scrittore con tanto di faccetta all’incontrario, chissà perché…



Il tributo a Toni Negri e le ironie dei suoi followers

Ma il post di ironia involontaria meglio riuscito è stato quello successivo, che Saviano ha dedicato a Toni Negri, morto ieri. Al “cattivo maestro”, ideologo delle Br, ha riservato versi poetici, del tutto incomprensibili, ma che sembrano un omaggio postumo a colui che deve essere stato, evidentemente, un suo idolo giovanile, per la cui morte si strugge, si commuove, cita Dante o Bombolo, non si capisce bene.

È amore sacro e profano, la libertà di amare e la dura verità che ognuno di noi per proprio conto dovrà continuare a vivere. Sdraiati accanto al focolare riattiviamo il fuoco tutta la notte, stringersi e lasciarsi: questa sarà per lungo tempo più di un’esperienza carnale, un sogno di dolcezza e felicità che scolpiamo nella nostra testa. Quanto ai lupi che gironzolano attorno, li sentiamo graffiare la porta, gli diciamo, assopiti dentro l’amore: merde!”. Saviano viene stroncato dalle ironie dei suoi followers, uno su tutti: “Un po’ Little Tony, un po’ Gio Evan”. Sipario.

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