Orrore a Napoli: 4 immigrati arabi stordiscono una donna con un colpo in testa e la stuprano dentro un furgone. Denuncia choc

Da Il Giornale d’Italia – Accerchiata, strattonata e stordita, poi caricata in un furgone e violentata da 4 persone: infine anche rapinata di 2 collanine d’oro e 250 euro. È l’orrore vissuto da una donna colombiana a Napoli, nei pressi della stazione in piazza Garibaldi e che la stessa ha avuto la forza di raccontare agli investigatori dopo la sua denuncia.

Ha descritto i suoi aggressori come arabi, forse per indicarne la provenienza nordafricana. I fatti sono avvenuti nella mattinata dello scorso fine settimana e non in una zona isolata, bensì in pieno centro.



Napoli, il drammatico racconto della violenza

La vittima, che vive a Napoli per lavoro, ha raccontato al pm di turno Raffaele Tufano, di essere stata colpita prima con un oggetto alla testa, colpo che l’ha stordita parecchio, dopodiché è stata caricata su un furgoncino senza finestrini dove in 4 l’hanno stuprata a turno.

Dopo aver consumato la violenza e averla depredata del poco che aveva al seguito, la vittima è stata abbandonata sul ciglio della strada in stato confusionale. A notare la donna e a dare l’allarme alle forze dell’ordine e all’ambulanza, sono stati alcuni passanti che si sono fermati a soccorrerla.



Ad accorgersi della violenza subita sono stati i sanitari durante la visita: infatti la donna è stata poi subito trasportata in codice rosso, prima al Vecchio Pellegrini e poi all’ospedale Cardarelli dove ha raccontato ai medici tutto quanto le era successo.

Le indagini, al vaglio le telecamere di videosorveglianza

È stato quindi aperto un fascicolo di inchiesta e sono immediatamente partite le indagini da parte della polizia: le informazioni fornite dalla donna sia in ospedale che in sede di denuncia, non sono sufficienti a risalire agli aggressori, motivo per il quale gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza poste nella zona in cui sono stati denunciati i fatti, e anche quelle delle attività commerciali del posto per cercare di risalire al numero di targa del furgone sul quale è avvenuto lo stupro.

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