Lecce, padre cingalese picchia e maltratta la figlia di 10 anni che rifiuta il matrimonio forzato: il giudice lo assolve (reato culturale?)

Da LecceNews24 – Si conclude con l’assoluzione con formula piena il processo a carico del commerciante singalese finito sotto processo con l’accusa di avere promesso in sposa la figlia ad un connazionale sin da quando aveva dieci anni. L’uomo, un 53enne originario dello Sri Lanka, ma residente a Lecce, era accusato di avere picchiato in stato di ubriachezza non solo la figlia ma anche la moglie e l’altro figlio.

La sentenza, con motivazione contestuale, è stata emessa nel pomeriggio odierno, dal giudice monocratico Valeria Fedele che ha assolto l’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”. È stata dunque accolta la richiesta di assoluzione avanzata dall’avvocato Paolo Spalluto, al termine della propria arringa difensiva.



Secondo la difesa, nel caso di specie, tutto nascerebbe, da un tentativo di “matrimonio combinato” cosa ben diversa dal “matrimonio forzato “ che prevede in Italia ma anche in Sri Lanka, ipotesi di illiceità. Inoltre, le altre condotte contestate sarebbero episodiche e non abituali.

La pubblica accusa aveva invocato la condanna a 3 anni per il reato aggravato di maltrattamenti in famiglia. La ragazza, ora maggiorenne, che aveva rimesso la querela e revocato la costituzione di parte civile, era assistita dall’avvocato Erlene Galasso. I fatti sarebbero stati raccontati dalla ragazza in un tema durante l’ora di italiano in una scuola media.



Le accuse

In seguito ad una segnalazione scolastica, vennero eseguiti gli accertamenti del giudice del Tribunale per i minorenni. Parallelamente, la Procura ordinaria aprì un fascicolo d’inchiesta. Nel corso delle indagini sarebbero emersi vari episodi di maltrattamenti, fino al mese di aprile del 2018. Si parla di schiaffi, spintoni, tirate per i capelli.

Ed In particolare, il padre avrebbe impedito alla figlia il fidanzamento con un coetaneo a lei gradito, poiché l’avrebbe promessa in sposa, fin dall’infanzia, ad un altro ragazzo 16enne del suo paese, in virtù di un matrimonio combinato. E l’uomo avrebbe ridotta in uno stato di profonda frustrazione la ragazza, tanto da indurla ad atti di autolesionismo consistenti in tagli sul polso sinistro. Le accuse, come detto, sono cadute al termine del processo di primo grado, conclusosi in queste ore.

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