Cortocircuito a sinistra, campionessa di tennis (femminista, lesbica e progressista) si scaglia contro gli atleti trans: “Maschi falliti”

da ByoBlu – Lesbica, femminista ed elettrice democratica, la regina dello Slam Martina Navratilova ha tutte le carte in regola per essere l’icona dell’armata arcobaleno. Eppure, il movimento Lgbtq+ l’ha diseredata, accusandola di essere “transfobica”.

La colpa della pluricampionessa del tennis? Aver affermato che no, non è vero che non esistono differenze fra uomini e donne, e che quindi i trans uomini non devono poter giocare nei tornei femminili.



Non è giusto e non è corretto“, ha scritto la Navratilova su Twitter, puntando il dito contro l’Usta, la United States tennis association che ha organizzato un campionato femminile per le over 55, permettendo ad un uomo trans di gareggiare.

“Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l’età. Una cosa del genere sarebbe stata consentita agli US Open? Solo con un documento d’identità? Non credo…”



Non l’avesse mai scritto. Il mondo dei social si è indignato e ha liberato i suoi cani. Come ha potuto una leggenda del tennis, tra l’altro membro attivo del movimento Lgbtq+, definire una donna trans un uomo fallito? Come si è permessa?

Per quanto infatti il tema in Italia non sia ancora così sentito, negli Stati Uniti, dove la ceca Navratilova ha trovato asilo politico come dissidente anticomunista, l’ideologia Lgbtq+ è molto forte. Tanto forte da aver messo in dubbio le stesse basi della teoria scientifica. Chi ne fa parte infatti sostiene che non esistano i due sessi e che quindi dovrebbe essere il bambino a scegliere se essere maschio o femmina, o qualsiasi sfumatura nel mezzo.

Il tutto ha però portato a delle assurde derive, prima fra tutte quella nello sport. Non è infatti solo in tennis ad aver visto approdare uomini nei campionati femminili. Ad esempio Fallon Fox, ex marines, ha potuto gareggiare nei tornei di box dell’altro sesso, spaccando il muso a diverse ragazze perché anche lui adesso è “donna”. Lia Thomas invece, nuotatore 22enne grande come un armadio, ha stravinto e macinato numerosi record nelle gare femminili, aggiudicandosi addirittura il titolo nello stile libero femminile in quanto atleta trans.

“È così difficile da capire? – scrive ancora la Navratilova – “È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrare negli spazi creati per le donne. È patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nelle categorie femminili”.

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