A Milano si stanno già “preparando” per Capodanno, 2 ragazze accerchiate dal branco: “Ci siamo salvate grazie al bracciale anti-stupro”

Da Today – Salva grazie al bracciale “anti-stupro”. È la storia di una studentessa universitaria che un paio di settimane fa è stata vittima insieme a una sua amica di un’aggressione a Milano, sui Navigli, da cui per fortuna è uscita incolume.

La vittima ha raccontato all’Adnkronos che quella sera, un sabato, era in un locale insieme al suo ragazzo e alcuni amici. “Una serata tranquilla tra amici – ha detto la giovane -, quando intorno alle 23.30 una mia amica mi chiede di accompagnarla a prendere le sigarette lasciate in macchina, distante neppure 50 metri dal bar”.



Il racconto: “Erano in sei o sette, ci invitavano ad andare con loro”

La situazione precipita in pochi attimi. Mentre cammina la ragazza viene avvicinata da due giovani con la scusa di una sigaretta. “Si rivolgono a me in maniera educata – ha raccontato -, poi mi accorgo che si avvicinano altri: sono sei o sette che mi circondano alla fine.

La mia amica mi raggiunge, anche a lei chiedono delle sigarette e il loro atteggiamento diventa sempre più aggressivo. Ci chiedono cosa stiamo facendo, ci invitano ad andare con loro, continuano a ridere e a urlare”, ha proseguito la ragazza.



“Ho attivato il braccialetto, poi il gruppo di è dileguato”

Le due ragazze cercano di prendere tempo, ma non basta. “Non sapendo cosa fare diciamo che c’è il mio ragazzo che ci sta aspettando. ‘Puoi dire al tuo ragazzo di venire che lo meniamo’, la frase che pronunciano, mentre io e la mia amica siamo completamente bloccate e loro continuano a urlare e a parlare”, ha ricordato la vittima.

Che fortunatamente in un attimo di lucidità trova la soluzione. “Attaccata alla borsa ho il WinLet”, un dispositivo elettronico che se attivato aziona una potente sirena, con un suono superiore a 110 decibel, e contemporaneamente invia una richiesta di aiuto ai contatti selezionati – con un messaggio di allarme e la posizione – e a una centrale operativa, sempre attiva.

“Premo il pulsante e i miei contatti, tra cui il mio ragazzo, vedono dove sono e che sono in pericolo. Ricevuto l’sos il mio fidanzato arriva subito con un amico”, ha spiegato la studentessa all’Adnkronos. Uno degli aggressori lo spintona, ma una volta azionata la sirena del bracialetto “restano tutti fermi, immobili, non capiscono cosa sta succedendo, ma intuiscono che quel rumore insistente non promette nulla di buono e il gruppo si dilegua. Mentre scappano tirano uno spintone fortissimo a un mio amico che cade per terra, ma per fortuna non è nulla di grave”.

“La paura è stata tanta, credo per un po’ uscirò solo accompagnata”, ha confessato l’universitaria. “Questa volta mi è andata bene, ma se dovesse succedere un’altra volta non so se mi riprenderei dallo spavento. Un conto è sentire che accadono queste cose, ma quando succedono a te è veramente brutto. Non riesco ancora a essere serena – ha concluso -, è passato troppo poco tempo da questa cosa che mi ha traumatizzato”.

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