Stalker marocchino esce dal carcere e sfregia l’ex fidanzata con l’acido muriatico. Glielo aveva promesso: “Vengo a cercarti e ti ammazzo”

da Il Giorno – Erba (Como) – “Ti butterò l’acido in faccia”. Said Cherrah, venticinquenne (marocchino ndr.) di Broni, nel Pavese, glielo aveva promesso ad agosto. Una delle tante minacce che lo avevano condotto agli arresti domiciliari per alcune settimane, dopo la fine della breve relazione con una ragazza di 23 anni.

Nel primo pomeriggio di oggi, violando il divieto di avvicinamento che ancora gravava su di lui, è tornato a Erba, nella zona in cui lei lavora. L’ha aspettata poco distante dall’ufficio, in una zona industriale, si è avvicinato e le ha spruzzato sul viso acido muriatico, impugnando un flacone da un litro acquistato poco prima in un supermercato.



Il liquido l’ha raggiunta sul viso e negli occhi, ma soprattutto sugli abiti, ed è stata la sua fortuna. I medici le hanno riscontrato ustioni al volto e un danno agli occhi che è ancora in valutazione, ma che sembrerebbe meno preoccupante di quanto si era temuto nell’immediatezza.

Buona parte del liquido è finito sulla giacca e a terra, ma quel poco che le ha intaccato il volto è stato sufficiente a farla gridare di dolore e paura, accasciandosi a terra. Le grida hanno richiamato diverse persone che, come lei, stavano rientrando al lavoro dopo la pausa pranzo. Una donna ha soccorso la ragazza, alcuni uomini hanno bloccato Said e altri hanno chiamato il 118 e i carabinieri. Hanno cercato di disarmare il giovane, che teneva la bottiglia con l’acido serrata tra le mani. “Abbiamo sentito le urla e siamo corsi fuori – racconta un uomo di 47 anni, dipendente di un’azienda farmaceutica vicina al luogo dell’aggressione –. Se quella ragazza è viva è perché qualcuno ha sentito le sue richieste di aiuto. Quell’uomo era una furia, la stava ammazzando, non aveva nessuna intenzione di mollare la presa”. I militari del Radiomobile di Como lo hanno bloccato nonostante le resistenze e portato in caserma, mentre la ragazza veniva trasportata in ospedale, dove passerà la notte.



L’aggressione di oggi, è stata solo l’ultima di una lunga serie, e lui glielo aveva promesso. Cherrah e la vittima si erano frequentati per cinque mesi, poi ad agosto lei aveva deciso di lasciarlo, e lui il giorno seguente aveva dato definitivamente sfogo a tutta la sua aggressività, come già fatto più volte nel corso della loro relazione, caratterizzata da botte, insulti, minacce e pedinamenti.

 

Il 21 agosto l’aveva avvicinata in un parcheggio a Erba e presa a schiaffi finché non era riuscita a chiudersi in auto. Le aveva rotto lo specchietto e scagliato contro il suo cellulare, fino a che una donna era intervenuta dando rifugio alla ragazza. Poco dopo, mentre lei si trovava all’interno della caserma dei carabinieri di Erba per sporgere denuncia, un militare lo aveva visto avvicinarsi all’auto di lei armato di crick, poi era entrato in caserma gridando e minacciandola di morte davanti ai carabinieri. Urla che erano proseguite anche quando è stato rinchiuso in camera di sicurezza: “Aspetterò tutto il tempo per ammazzarla fuori – sbraitava – prima o poi uscirò di qua e ti verrò a cercare”. Era stato arrestato per stalking, aggiungendo alle condotte di quel giorno la lista di aggressioni simili patite dalla ragazza in quei cinque mesi, che le avevano reso impossibile persino dormire, per la paura e l’ansia che quella relazione le stava causando. Ora per lui si sono concluse le indagini che lo accusano di atti persecutori, violenza privata, danneggiamento e lesioni. Da oggi, la sua situazione si è ulteriormente aggravata: oltre alla violazione del divieto di avvicinamento, è stato arrestato per “lesioni permanenti al viso”, reato punito con la reclusione fino a quattordici anni.

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