Sequestrata anche la nave dello scafista Casarini. E il delinquente dei centri sociali dichiara guerra a Meloni: “Non ci arrendiamo”

da Libero Quotidiano – Dopo l’ispezione della Capitaneria di porto di Trapani, la nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea Saving Humans – capo missione il leader dei centri sociali Luca Casarini – non potrà lasciare il porto della città sicula: «Non sussistono le condizioni per il rinnovo/rilascio del certificato d’idoneità», questa la motivazione. Per la commissione che ha esaminato lo scafo la maggioranza delle «irregolarità» è legata alla richiesta di registrare l’idoneità per il servizio di «salvataggio».

La Ong protesta: «Da una parte si riconosce che la nave è ben equipaggiata per le attività di ricerca e soccorso, dall’altra che la nave non è certificata secondo il Codice internazionale “Sps 2008”, che prevede per le unità costruite da maggio 2008 in poi di stazza superiore alle 500 tonnellate particolari criteri costruttivi, la loro compartimentazione e i calcoli di stabilità, strutturalmente inapplicabili a un rimorchiatore costruito nel ’72 come la Mare Jonio».



Le caratteristiche tecniche della nave non sono conformi alle circolari 166 del 2021 e 167 del 2022, governo Draghi. La Ong lamenta che «sotto qualsiasi altra bandiera europea potrebbe operare liberamente», e che «questo è un altro capitolo che si aggiunge alla guerra dei governi italiani contro il soccorso in mare, che ha visto una recrudescenza col fermo amministrativo di Aurora Sea Watch, Open Arms e Sea Eye, colpevoli di aver salvato vite umane in supposta violazione delle inumane regole del Decreto Piantedosi».

LA SFIDA



Poi l’annuncio: «Non ci arrendiamo affatto, siamo al lavoro per il superamento delle “irregolarità” minori che ci sono state contestate, in modo da ottenere al più presto le certificazioni che ci consentano di tornare a navigare lungo le rotte del Mediterraneo centrale». Già nel 2019 Mare Jonio aveva sfidato l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. La nave aveva fatto costantemente la spola tra le coste libiche e i porti siciliani. Le autorità italiane l’avevano sequestrata. Erano emerse intercettazioni in cui durante il recupero di alcuni migranti, intrecciato con incontri con armatori danesi, si parlava di brindisi a base di champagne. Questioni di soldi, pareva.

Era partita un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo due anni l’archiviazione. Casarini, capomissione della Mare Jonio, ha 53 anni, molti dei quali trascorsi tra disobbedienza, casini al G8 di Genova e vani tentativi di trovare poltrone a Roma e Bruxelles coi partiti di sinistra. Lampedusa scoppia di immigrati e la sua Mare Jonio vuole ricominciare a sbarcarli sull’isola.

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