Quando non si conosce vergogna. Dopo lo scandalo coop Soumahoro a Lampedusa: “Contro di me campagna fascista e razzista”

da Affari Italiani – L’emergenza migranti sull’isola di Lampedusa continua, la premier Giorgia Meloni e la commissaria Ue Von der Leyen hanno voluto guardare con i loro occhi la situazione dell’hotspot preso d’assalto, un segno di presenza sul territorio che però non basta a risolvere una situazione definita “drammatica” da più parti.

Dal responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa arriva un nuovo allarme: “Serve – spiega Francesco D’Arca al Corriere della Sera – un hotspot per le migranti in gravidanza e un percorso sociosanitario che accompagni loro e i bimbi che portano al seguito. Prima arrivavano solo uomini.



Ora un terzo sono donne, in gran parte in gravidanza pretermine: partono convinte che ci sia lo ius soli. Queste ragazze, molte bambine, spesso violentate, sono le più vulnerabili. E nessuno vuole accoglierle dopo il ricovero. Perché mancano strutture ad hoc”.

Sull’isola è arrivato anche il deputato Aboubakar Soumahoro, colui che era considerato il difensore di questa categoria disagiata prima di essere travolto dallo scandalo delle coop di famiglia, che ha fatto emergere come gli stessi migranti che lui “proteggeva” in realtà venivano sfruttati e non pagati dalla suocera e dalla moglie che gestivano la cooperativa. Il deputato del gruppo misto, è andato a Lampedusa “per un’ispezione parlamentare“.



È una delle sue prime riapparizioni pubbliche dopo la bufera in seguito all’inchiesta giudiziaria. E lui proprio per i migranti è andato a Lampedusa. “Sono stato nell’hotspot, una situazione da apocalisse“, ha raccontato spiegando di aver aiutato i migranti con la lingua, traducendo dall’arabo e dal francese. “Ho raccolto testimonianze di donne violentate, uomini torturati, con segni di arma da fuoco, di machete“. Soumahoro – prosegue Il Corriere – si è presentato sull’isola e ai giornalisti come se nulla fosse successo. “Contro di me è stata orchestrata una campagna razzista di deriva fascista con finalità politica”, si è difeso senza entrare nel merito delle accuse. Intanto il vicesindaco leghista Attilio Lucia si rivolge alla premier dopo la sua visita: “Lei è venuta qui e ha preso degli impegni, ora dalle parole bisogna passare ai fatti“.

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