Putin schiera 2 unità d’élite dell’esercito a est: la mossa di Mosca per dare il colpo di grazia alla fallimentare controffensiva ucraina

Da InsideOver – Sabato 26 agosto sono giunte evidenze della ridistribuzione nella zona di Robotyne, in Ucraina, di elementi della 7a Divisione aviotrasportata da montagna dall’oblast di Kherson e della 76esima Divisione aviotrasportata delle Guardie dall’area di Kreminna.

Entrambe sono unità d’élite dell’esercito russo e sebbene le truppe aviotrasportate (Vdv – Vozdushno-Desantnye Vojska) non facciano parte delle forze terrestri russe, esse sono significativamente differenti rispetto alle loro controparti occidentali e hanno molto più in comune con le unità di fanteria.



Strutturalmente, le Vdv sono altamente meccanizzate e divise tra unità paracadutate e d’assalto aereo, il che significa che assolvono gli stessi compiti dei paracadutisti occidentali ma con l’aggiunta di poter operare con armamento più pesante (con assalti aerei ma non solo) in modo da svolgere azioni particolarmente importanti dal punto di vista politico.

Due esempi lampanti di questo modus operandi delle Vdv risalgono ai tempi dell’Unione Sovietica, con l’intervento in Ungheria nel 1956 quando entrarono in azione per prime e si occuparono successivamente di sedare le rivolte (urban warfare), e in Afghanistan nel 1979, quando vennero usate non solo per l’early entry occupando gli aeroporti afghani, ma anche per la “decapitazione” del legittimo governo di quel Paese.



Venendo a tempi più recenti, si ritiene che la maggior parte dei “piccoli uomini verdi” o “uomini gentili” che hanno effettuato il putsch in Crimea nel 2014, appartenesse alle Vdv. Sappiamo anche che paracadutisti del 104esimo Reggimento d’assalto aereo della 76esima Divisione hanno partecipato al sequestro degli impianti di trivellazione della Chornomornaftogaz ucraina in quell’occasione.

Le Vdv sono un reparto meccanizzato in quanto Mosca, sin dai tempi dell’Urss, abbraccia la dottrina dello “scontro in profondità” che richiede alti livelli di mobilità al punto da non lasciare le unità di fanteria totalmente appiedate, sebbene questo concetto nell’attuale conflitto sia stato adattato a fronte della scarsità di mezzi e della tattica difensiva adottata lungo la linea del fronte meridionale dalla primavera 2023.

Per essere quindi “aviotrasportabili” e avere capacità di combattere in profondità nel territorio nemico, le Vdv usano mezzi corazzati “leggeri” rispetto alle unità meccanizzate/corazzate dell’esercito russo, ma più pesanti rispetto a quelli degli stessi reparti occidentali. Per fare un esempio, il 2S25 “Sprut-SD”, veicolo cingolato corazzato dalle qualità anfibie, monta un cannone da 125 millimetri in torretta sullo chassis di un Bmd.

In generale, la maggior parte dei mezzi usati dalle Vdv, per poter essere trasportabili via aerea e anche aviolanciabili, hanno sacrificato gran parte della corazzatura per mantenere un alto potenziale di fuoco, fattore che è stato determinante nella primissima fase del conflitto.

Riteniamo infatti che la fallita operazione elitrasportata di occupazione dell’aeroporto di Gostomel, situato circa 30 chilometri a nord-ovest di Kiev, abbia costretto reparti delle Vdv, ivi compresa la 76esima Divisione, ad avanzare via terra verso la capitale e Chernihiv venendo bloccata dalla reazione ucraina affidata a unità corazzate e meccanizzate. Sebbene le Vdv utilizzino anche Mbt (Main Battle Tank) come il T-72B3, risulta che i mezzi corazzati leggeri di cui sono dotate in grande numero (2S25 e 2S36) siano stati messi fuori combattimento o distrutti durante l’avanzata terrestre che si è esaurita nei pressi di Bucha.

Questa operazione è stata messa in atto in quanto la mancata presa dell’aeroporto di Gostomel non ha permesso l’arrivo dei reparti delle Vdv che erano schierati a Pskov (dove hanno sede) e che risulta fossero già in volo (a bordo di Il-76 e Il-78) quando i russi, in quelle drammatiche ore, avevano stabilito un iniziale controllo dello scalo aereo, poi riconquistato dagli ucraini con l’intervento di forze speciali, unità corazzate e di artiglieria, nonché reazione aerea affidata a Su-24 e MiG-29.

La 76esima Divisione risultava essere presente lungo il fronte orientale ucraino a settembre 2022, durante la prima controffensiva ucraina che ha portato alla liberazione dell’oblast di Kharkiv, mentre attualmente era tenuta principalmente in seconda linea lungo la linea Bakhmut-Svatove.

Il reparto, fortemente eroso nella sua capacità bellica dagli eventi iniziali e dalla controffensiva dell’estate del 2022 (al pari di altri come la fanteria di marina), riteniamo che sia stato riequipaggiato di mezzi ed effettivi. Il suo arrivo al fronte meridionale, nella fattispecie a Robotyne, indica la cautela dello Stato maggiore russo a fronte dell’avanzamento ucraino in quel settore: la cittadina in questione è infatti oltre la prima linea difensiva russa, tenuta per buona parte da personale mobilizzato, i “mobik”, poco addestrati e armati rispetto alle unità dell’esercito russo composte per la maggior parte da professionisti.

Questo risponde a una tattica russa ben precisa, ovvero logorare l’attaccante con reparti di seconda o terza scelta nelle prime linee per poi annientarlo – qualora dovesse superarle – nell’ultima con reparti corazzati insieme alle unità meglio addestrate.

Lo schieramento di personale della 76esima Divisione aviotrasportata delle Guardie potrebbe significare anche, però, sia che quel particolare settore è vulnerabile, sia che attualmente la Russia dispone di poche riserve da gettare nella mischia, fattore che potrebbe comportare facilmente l’incapacità di mettere in atto azioni offensive di ampio respiro.

Una curiosità: il reparto, insieme al 234esimo Reggimento di assalto aereo delle Guardie e alla 64esima Brigata separata di fanteria meccanizzata, è soggetto a sanzioni da parte del Dipartimento di Stato statunitense da giugno 2022 per via del ruolo avuto nel commettere crimini di guerra a Bucha.

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