Piantedosi prova a rimediare: via la legge buonista PD sui migranti “minori”, raddoppio dei Cpr ed espulsione lampo per i violenti

Da Il Secolo d’Italia – Il ministro Piantedosi parte con il giro di vite e, in un’intervista a Libero, spiega il piano del governo sui migranti, annunciando una serie di provvedimenti importanti. “Siamo di fronte a numerosi fattori che, a livello internazionale, stanno favorendo le migrazioni economiche, un fenomeno che va assumendo dimensioni mai registrate negli ultimi anni.

Il governo, sin dall’insediamento, si è fortemente impegnato a rafforzare la collaborazione con i Paesi di partenza. Un’impostazione che l’Italia, con un intenso lavoro diplomatico, ha affermato in ambito Ue, dove ormai è largamente condivisa.



Porterà presto i suoi frutti. Ma chiaramente nel breve periodo non può bastare. Tanto più se si tiene conto che a meno del 10% di coloro che arrivano in Italia viene riconosciuto lo status di rifugiato. Oltre il 90% è spinto solo da ragioni economiche”.

“Intensificati i rapporti con la Tunisia”

“Il governo ha intensificato i rapporti di collaborazione con la Tunisia.- dice il ministro-. Io stesso sono stato più volte a Tunisi, dove ho incontrato il presidente Saied. L’obiettivo è fornire un contributo a quel Paese, in termini di supporto logistico e di formazione delle Forze di polizia, per potenziare la loro capacità operativa di controllo delle frontiere terrestri e marittime.



Le autorità tunisine stanno già svolgendo un’attività intensa per fermare le partenze illegali: dall’inizio dell’anno hanno bloccato oltre 40.000 migranti, impedendo così altre pericolose traversate organizzate dai trafficanti di esseri umani”.  Sono risultati incoraggianti, ma non ancora soddisfacenti. E’ certamente necessario fare di più, anche per contenere strutturalmente questo fenomeno. Bisogna incidere al più presto sulle dinamiche economiche e sociali che lo stanno alimentando, ma anche sulla capacità della Tunisia di controllare meglio le partenze dalle proprie coste”.

Piantedosi: “Via ai rimpatri per i migranti violenti”

Nell’intervista il titolare del Viminale annuncia le iniziative in cantiere sulla sicurezza: “Insieme ai colleghi degli altri ministeri stiamo definendo un pacchetto di misure per garantire maggiore sicurezza e legalità nelle nostre città.

Una direttrice lungo la quale il Viminale si sta muovendo da tempo, come dimostrano anche le operazioni ad alto impatto avviate da gennaio presso le principali stazioni ferroviarie delle città metropolitane e il rafforzamento delle azioni su tutto il territorio nazionale per la liberazione degli immobili occupati abusivamente.

Nel decreto intendiamo introdurre regole più severe per chi aggredisce le forze dell’ordine e misure contro la malamovida e le baby gang. Un’altra priorità è rappresentata dall’aumento delle risorse e degli organici delle Forze di polizia, proseguendo lo sforzo già messo in atto nella manovra di bilancio”.

“Sarà abrogata la legge Zampa sui minori non accompagnati”

Il ministro parla del rimpatrio degli immigrati violenti, sottolineando che “nel decreto proporremo misure per facilitare il rimpatrio dei migranti irregolari che si sono distinti per condotte violente o pericolose. E continueremo nell’azione intrapresa per realizzare altri Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri; e per ripristinare la piena funzionalità di quelli attuali.

Parallelamente, sempre per agevolare i rimpatri, abbiamo iniziato a realizzare le strutture per l’identificazione degli sbarcati; necessarie per attivare le nuove procedure accelerate previste dal decreto legge approvato a Cutro: la prima, a Pozzallo, sarà operativa dal primo settembre”. Sarà abrogata la legge Zampa sui minori non accompagnati, poichè ” i risultati di quella legge sono sotto gli occhi di tutti.

Troppi giungono in Italia dichiarando un’età inferiore per avvantaggiarsi delle tutele previste per i minorenni. Anche per questo i numeri dei minori stranieri non accompagnati che giungono sul nostro territorio, o che almeno si dichiarano tali, sono cresciuti a dismisura. La pressione insostenibile esercitata sul sistema dell’accoglienza ha sollecitato una riflessione sull’applicazione della legge”.

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