L’Ong del pregiudicato Casarini sempre più fuorilegge: la Mare Jonio senza certificazioni va a prelevare clandestini sfidando il governo

Da Il Primato Nazionale – Roma,. 12 sett –  Le Ong, guarda un po, sfidano ancora le regole, e ad essere di turno stavolta è la Mare Jonio, come riporta Il Secolo d’Italia, a cui l’esecutivo ha recentemente ordinato di “rimuovere dalla nave prima della partenza le attrezzature e gli equipaggiamenti imbarcati a bordo per lo svolgimento del servizio di salvataggio”.

Il motivo è semplice: all’imbarcazione mancano addirittura le certificazioni. A quanto pare, però, ignoreranno il problema. E noi fingiamo stupore.



Ong Mare Jonio non ha la certificazione per il salvataggio

La Ong Mediterranea Saving Humans, ovvero la società armatrice della Mare Jonio, aveva ricevuto le comunicazioni dell’ispezione poi svoltasi. Un’operazione iniziata il 22 agosto e conclusa il 6 settembre.

I risultati sono stati il rinnovo dei documenti ma il divieto di certificazione come nave di salvataggio. La cui eventuale violazione, secondo l’articolo 650 del Codice penale, prevede l’arresto fino a tre mesi, oltre alle “solite” sanzioni pecuniarie. Ovviamente, l’equipaggio della Ong Mare Jonio e i suoi dirigenti liquidano tutto come “pretesti burocratici” e iniziano la solita lagna sul governo che impedisce i salvataggi in mare e sotto sotto desidererebbe anche i morti.



Certo è che le norme a cui la Ong dovrebbe rispondere per essere riconosciuta come nave di salvataggio non siano state introdotte da questo governo, bensì precedentemente, nel dicembre 2021 e nel febbraio 2022. Norme che richiedono che l’imbarcazione abbia caratteristiche tecniche particolari, in osservanza del codice internazionale Sps emanato nel maggio 2008.

Storie di continue violazioni

La lagna e la disobbedienza ormai sono un disco rotto. Da Mare Jonio commentano così: “Questo ordine è per noi semplicemente oltraggioso e inaccettabile; così come la minaccia di conseguenze penali per i nostri armatori. Insieme a tante e tanti altri lo rifiutiamo e da subito contesteremo questo provvedimento in ogni sede”. Insomma, la storia non cambia mai: dai tempi di Marco Minniti, i codici di condotta bellamente ignorati.

Con il ministro degli Interni Matteo Salvini, le acque territoriali costantemente invase. Con il debole ministro degli Interni Matteo Piantedosi, altri codici ignorati, porti assegnati – sorpresa! –  ignorati. Trasversale alla esperienza ormai quasi decennale nel Mediterraneo, poi, c’è il costante spegnimento dei trasponder, essenziali per indicare le posizioni. La storia delle Ong del “mare nostrum” è quella di una continua violazione delle regole.

Di cui la vicenda Mare Jonio è solo l’ultimo, triste capitolo. Soprattutto, è il racconto di uno Stato incapace di farle rispettare, sia con un’azione un po’ più rigida (come fu indubbiamente quella del ministero Salvini durante il governo gialloverde) che con politiche decisamente blande se non addirittura permissive (Piantedosi, appunto). Come a dire: qualsiasi cosa si faccia, non va mai bene. Lo Stato è debole a prescindere, e il suo potere di controllo delle frontiere ridotto a una farsa. Questa è mesta realtà.

Alberto Celletti

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