L’Italia riconosce il genocidio di Holodomor. Ma per Ilaria Cucchi e la sinistra riconoscere i crimini del comunismo è tabù

da Il Giornale – Quando in parlamento un atto viene approvato all’unanimità si consuma un momento di rara coesione nazionale. Due giorni fa in Senato, dov’è stata accolta la mozione n.45 che riconosce l’Holodomor come genocidio ai danni del popolo ucraino, l’unanimità – e di conseguenza anche la coesione nazionale – purtroppo è mancata.

E soltanto per una manciata di voti, non contrari, ma di astenuti. Il largo consenso (130 favorevoli provenienti da tutte le forze politiche) ottenuto in parlamento sul crimine perpetrato il secolo scorso dal regime staliniano contro l’Ucraina è stato offuscato dai 4 senatori dell’Alleanza Verdi Sinistra che si sono rifiutati di esprimersi.



Questi i nomi dei parlamentari che hanno deciso di non votare né sì né no: Ilaria Cucchi, Peppe De Cristofaro, Aurora Floridia e Tino Magni. Un comportamento inconcepibile e per certi versi pilatesco, anche perché da quando si è conclusa la seduta non è pervenuto nessun commento dagli esponenti di Avs o dal partito. Si tratta di una cattiva abitudine che ha delle radici ben precise.

Il ruolo storico della sinistra e la reazione di Kiev

Per una parte della sinistra italiana – non tutta, dato che questa mozione è stata adottata grazie anche ai voti del Partito democratico – il retaggio culturale dell’Unione sovietica è ancora un tabù che le impedisce di uscire dalla vecchia logica dello scontro tra blocchi (quello occidentale capitalista contro quello sovietico socialista) che ha dominato la politica italiana per tutto il Secondo dopoguerra. La conseguenza estrema di tale reticenza, forse motivata da un’anacronistica nostalgia…



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