La follia dei “terroristi” del clima al COP28: il riscaldamento globale? Colpa dei rutti delle mucche e del respiro umano

Da ByoBlu – Si è conclusa la COP28, la Conferenza internazionale sul clima tenutasi a Dubai, nota città degli Emirati Arabi Uniti in cui è possibile trovare piste da sci in pieno deserto, un arcipelago artificiale per la cui realizzazione sono stati devastati kilometri quadrati di fondale corallino e uno stadio climatizzato a 25 gradi centigradi.

Non esattamente un esempio di virtù ambientalista, ma i delegati presenti all’incontro non hanno badato a queste sottigliezze. L’argomento di cui si è maggiormente discusso è stato il cosiddetto “phase out”, l’addio ai combustibili fossili entro il 2050, inserito a viva forza nel documento finale ma in una formula talmente vaga da risultare, per nostra fortuna, inapplicabile.



C’è un altro argomento però che toglie il sonno agli allarmisti climatici e allo stesso tempo attrae grandi investimenti da parte di alcuni di loro, si tratta dei rutti e delle flatulenze vacche. Nel corso della Cop 28 la FAO ha presentato un rapporto secondi cui tagliare il metano eruttato da animali come mucche e pecore, è “essenziale per limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi Celsius”.

L’organismo alimentare globale ha citato una ricerca secondo cui il suddetto metano deve diminuire dell’11-30% nel 2030 rispetto ai livelli del 2010, per mantenere il pianeta all’interno di livelli di calore più sicuri. Abbiamo sentito a riguardo l’opinione del professor Giovanni Frajese, vice-presidente Contiamo-ci:



Al di là del sorriso che francamente è inevitabile in questo caso, ricordo che non è la prima volta che sentiamo oramai questa pseudoscienza raccontare storie che vanno oltre il ridicolo con la bizzarra idea di farle passare in qualche maniera per una realtà dichiarata scientifica.

Ricordo che non più tardi di una decina d’anni fa, fu pubblicato un articolo secondo cui probabilmente i dinosauri si erano estinti a causa delle loro stesse flatulenze che, proprio producendo grandi quantità di metano, avevano contribuito a riscaldare il pianeta il che aveva portato alla loro estinzione.

In un momento nel quale stiamo perdendo la bussola a livello globale e si comprende sempre di più quanto sia stata parziale se non addirittura completamente menzognera la risposta scientifica alla pandemia, ci tocca subire anche tutta quanta questa storia legata al cambiamento climatico, che utilizza esattamente lo stesso schema e lo stesso tipo di negazionismo nel caso qualcuno non sia d’accordo, mentre in realtà sono migliaia gli scienziati che dicono che non c’è nessun dato scientifico che possa far pensare a un intervento da parte dell’uomo in grado di alterare la temperatura sul pianeta.

Ma quali sono i metodi che gli strateghi del cambiamento climatico stanno immaginando per ridurre i rutti delle vacche? Una, ormai ben nota e recentemente oggetto di un provvedimento del governo, è la produzione di carne sintetica. L’altro è la produzione di farmaci per ridurre il metano dalle flatulenze e i rutti delle vacche.

E’ notizia di alcuni mesi fa che Bill Gates, attraverso il fondo Breatrough Energy Ventures, ha investito 12 milioni di dollari in una società australiana che produce quelli che definisce ‘integratori’ a base di tribrometano per ridurre il metano emesso dalle vacche attraverso i loro rutti.

Se tutto ciò non sembrasse già sufficientemente surreale, negli ultimi giorni il Centro britannico per l’ecologia e l’idrologia di Edimburgo ha pubblicato una ricerca, riportata dal quotidiano Daily Mail, secondo la quale “Il respiro umano esalato può contenere piccole concentrazioni elevate di metano (CH4) e protossido di azoto (N2O), entrambi contribuiscono al riscaldamento globale”.

Giovanni Frajese: L’ultima ciliegina sulla torta ci arriva proprio da questa ricerca ultimamente effettuata, che qualcuno ha avuto anche il coraggio di scrivere. Si trova su Daily Mail e ci avvisa che le emissioni di metano di ossido di idrogeno nell’aria che noi respiriamo rappresentano lo 0,1% del Greenhouse emission, in tutta quanta l’Inghilterra. Ecco questa è proprio la dimostrazione del livello globale di distopia nel quale siamo arrivati, per cui dobbiamo anche preoccuparci del fatto che semplicemente respirando, che vuol dire vivendo, noi siamo un problema per l’ambiente. Forse questo spiega tante cose delle politiche che stanno mettendo in atto.

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