Il sondaggio che massacra Landini: quasi l’80% dei lavoratori non si sente rappresentato dai sindacati “ladri” di Cgil-Cisl-Uil

da Il Giornale – Una minoranza rumorosa e amplificata dalla grancassa mediatica della sinistra. Questa è la migliore definizione per comprendere a fondo il ruolo di Maurizio Landini e compagni rossi.

Questo è il riassunto più adatto, a ben vedere, per capire il ruolo marginale giocato dagli scioperi proclamati da Cgil e Uil in testa. A dirlo sono gli elettori italiani, chiamati a rispondere all’ultima rilevazione Euromedia Research. Tra i cittadini cresce la disillusione sulle mobilitazioni e quasi l’80% degli intervistati non si sente rappresentato dai sindacati.



I numeri citati – registrati da Euromedia Resaerch e ripresi dalla nota sondaggista Alessandra Ghisleri su La Stampa – sono una doccia fredda per il numero uno della Cgil e suoi fedeli adepti. Mentre lo scontro verbale tra il vicepremier Salvini e il sindacalista Landini è finito sotto traccia, ora l’attenzione viene spostata sul vero cuore del problema: l’utilità e il metodo dello sciopero in sé. Il sospetto che serpeggia tra l’opinione pubblica – e che dovrebbe fare balzare dalla sedia l’intransigente Landini – è che al giorno d’oggi, secondo il 64,4% degli intervistati, gli scioperi abbiano difficoltà a dimostrarsi utili ai fini della tutela del lavoro e dei lavoratori. E non solo dalle parti della maggioranza: il 35,3% dei sostenitori dem e il 44,1% degli elettori grillini nutrono forti dubbi sull’utilità dello sciopero tu cur.

Gran parte del problema è dovuto alla chiara identificazione politica di una grossa fetta del sindacato. Il diverbio tra Landini e Salvini, secondo il 37,3% degli intervistati, è stato interpretato come uno “scontro politico”. Con una piccola precisazione: mentre il vicepremier è il leader della Lega e quindi politico di professione, il sindacalista Landini non dovrebbe essere visto come un partigiano politico. Una immagine che, sicuramente, non giova alle mire del sindacato e dei lavoratori che dovrebbe difendere e rappresentare. I dati sono solo una diretta conseguenza delle enormi lacune targate Cgil e soci. L’Istat certifica in Italia su 23,7 milioni di lavoratori di settembre 2023, circa 3 su 4 non si sentono rappresentati da almeno una sigla sindacale, come l’86,7% di coloro che non hanno una occupazione. Un numero che trova conferma nel bilancio flop dell’ultimo sciopero convocato da Cgil e Uil. Secondo il ministero dell’Istruzione ha aderito alla mobilitazione solo il 6,56% dei lavoratori: il 2,47% dei dirigenti scolastici (con punte in negativo dello 0% in Molise e a Trento e Bolzano); il 6,53% dei docenti; il 2,57% del personale educativo; il 6,89% del personale amministrativo. Nei trasporti, il Ministero delle Infrastrutture stima la partecipazione «al 5% in Rfi» e «sotto il 16%» del personale sui treni regionali.



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