Finisce la pacchia per i “parassiti” del Reddito di Cittadinanza: e la marmaglia di Conte aggredisce i dipendenti dell’Inps

da Il Giornale – In alcuni casi il malcontento sarebbe addirittura sfociato in violenza. In Campania, la sospensione del reddito di cittadinanza in base alle nuove norme del governo ha scatenato il caos: le cronache riferiscono infatti di uffici pubblici presi d’assalto e di telefonate inferocite da parte di alcuni cittadini. Il girio di vite sul sussidio grillino ha fatto perdere la testa a qualcuno.

Secondo quanto comunica la Cgil locale, inoltre, si sarebbero addirittura verificate aggressioni ai dipendenti Inps. Episodi che meritano una ferma condanna senza se e senza ma. A stupire è però il fatto che lo stesso sindacato, invece di stigmatizzare quelle reazioni belluine abbia colto l’occasione per attaccare il governo.



Avevamo anticipato che la sospensione del reddito di cittadinanza ai nuclei senza componenti disabili, minori o over 65 avrebbe rappresentato per Napoli e la Campania una prima avvisaglia sulla tenuta sociale. L’ultima rata del Reddito è stata quella del 27 luglio e oggi tra messaggi telefonici incomprensibili e aggressioni ai dipendenti dell’Inps il clima che si sta creando è preoccupante“, ha affermato il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci.

Poi il sindacalista si è premurato di esternare il proprio biasimo anti-governativo. Nulla di cui stupirsi, visto che proprio la Cgil è pronta a tornare in piazza contro l’esecutivo. “Cosa significa l’occupabilità per queste persone? Che con la sospensione del reddito si trova lavoro? Questo è il modello sociale che il governo Meloni mette in campo, fatto di propaganda e non di soluzioni“, ha tuonato.



Ma riteniamo che l’intemerata provenga dal pulpito sbagliato. Per decenni, infatti, i sindacati non sono riusciti a tutelare la condizione dei lavoratori più fragili, trincerandosi dietro formule ideologiche e prive di pragmatismo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, specialmente nelle zone in cui purtroppo il disagio sociale e la crisi occupazionale si fanno sentire maggiormente. In questo senso, la strenua difesa del reddito di cittadinanza ci sembra l’ennesima posizione preconcetta che non riesce a spingersi oltre la logica dell’assistenzialismo. Ma il punto, in questo caso, è un altro. Dopo aver denunciato aggressioni ai dipendenti Inps, il sindacato non ha infatti speso mezzo rimprovero nei confronti di quelle reazioni sconsiderate.

Anzi, nel comunicato della Cgil Napoli e Campania si leggono invece parole che rischiano di aizzare ancor più gli animi. “Siamo solo all’inizio di una bomba sociale a cui vanno date risposte e, tra agosto e settembre, sarà anche peggio“, ha affermato il sindacalista Ricci. E ancora: “Assicurare ai cittadini che saranno presi in carico dai servizi sociali rischia solo di creare ulteriori disagi. Una città come la nostra non è preparata a una riforma basata sulla improvvisazione e lontana dai veri bisogni della gente“.

Ma se davvero ci fosse anche un minimo rischio di esasperazione e di disagi (tendiamo in realtà ad escluderlo), riteniamo che il compito dei sindacati dovrebbe essere quello di invitare alla razionalità. Senza evocare scenari apocalittici lontani dalla realtà. Senza soffiare sul fuoco della rabbia.

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