Elezioni legislative in Russia, critiche dall’Occidente: “Sono false, brogli elettorali”. Ma da quale pulpito arriva la predica?

Da ByoBlu – Sono iniziate in queste ore le elezioni legislative in 54 regioni russe, comprese in quelle ucraine  di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson dopo la loro annessione, sancita un anno fa al termine di un referendum, da parte del Cremlino.

Le critiche occidentali

L’organizzazione internazionale Consiglio d’Europa ha bollato l’iniziativa democratica, in questi 4 territori, come una – citiamo testualmente – “flagrante violazione del diritto internazionale che la Russia continua a ignorare”. Il ministro degli Esteri di Berlino le ha già bollate invece come “false”.



Gli attacchi dell’esercito di Zelensky

I parlamentari di Kiev hanno esortato gli altri Paesi a non riconoscere l’esito del voto perché i cittadini sarebbero minacciati – a loro dire – dai soldati del Cremlino. Le operazioni di voto sono rese difficoltose in realtà dagli attacchi missilistici.

Uno di questi, compiuto probabilmente dalle forze di Volodymyr Zelensky, ha causato l’evacuazione di una commissione elettorale nella regione di Kherson per l’avvicinarsi di due droni che sono stati prontamente abbattuti.



Elezioni in 13 Comuni nella regione di Mosca

I cittadini non si lasciano vincere dalla paura e continuano a partecipare all’iniziativa elettorale che si sta svolgendo anche in 13 Comuni nella regione di Mosca. Gli elettori sono chiamati a scegliere i consigli regionali che a loro volta nomineranno i governatori. Lo schieramento del presidente Vladimir PutinRussia Unita, è dato per favorito. I suoi candidati, secondo i sondaggi, dovrebbero battere gli sfidanti del Partito Comunista e di quello Liberal-democratico.

Le critiche delle Ong russe

L’esito della consultazione è oggetto delle consuete critiche interne. Il quotidiano Moscow Times ha riferito che il gruppo di monitoraggio elettorale Golos ha fatto sapere di aver ricevuto circa 600 denunce di presunte irregolarità e violazioni. Le lamentele più comuni riguarderebbero presunti voti multipli, minacce di violenza, compravendita di voti e inserimenti nelle urne di schede già compilate.

Brogli elettorali non confermati

Le illazioni non sono supportate, al momento, da dati reali e incontrovertibili. La sensazione è che i gruppi di opposizione al Cremlino utilizzino qualsiasi pretesto per polemizzare, provando magari a ottenere qualche appoggio dall’estero.

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