Così l’Italia aggira le stupide e inutili sanzioni contro Putin: continua l’export con la Russia, mica fessi!

Da ByoBlu – Blocco energetico, sanzioni ai beni di lusso, stop all’export di elettronica, chimica e mezzi di trasporto. Questi sono i patti e Bruxelles e Washington sono d’accordo: Russia isolata uguale Russia in ginocchio. E invece no. Non solo infatti la Federazione russa sopravvive al meglio, ma zitta zitta l’Europa sta serenamente continuando a commerciare con il Paese.

Aggirate le sanzioni

Tramite infatti la più banale strategia di elusione delle sanzioni, le esportazioni UE stanno continuando ad arrivare a destinazione, passano per altri Paesi alleati della Russia. Kazakistan, Kirghizistan, Armenia e Georgia: verso questi Stati l’export dell’Unione è aumentato nel 2022 del 345%.



La Casa Bianca si dice preoccupata: e se in quei viaggi si commerciassero beni proibiti destinati in realtà alla Russia? Non è di certo questa una preoccupazione delle aziende, una volta atterrati i prodotti in Asia, dove vadano a finire non è affar loro.

Tutto legale e tutto lecito, così le casse si riempiono e Bruxelles prosegue con la strategia del buon viso a cattivo gioco. Gioco che però continua a pesare sulle teste dei cittadini, che con il caro energia subiscono tutte le note negative di una strategia autolesionista.



Aumenti a dismisura per l’export italiano

Per quanto riguarda l’Italia, anche il nostro Paese non è affatto esente da questi trucchetti. Le esportazioni italiane verso il piccolo stato del Kirghizistan sono aumentate del 178% nel 2022 e del 409% tra gennaio e aprile di quest’anno. I prodotti italiani in Armenia hanno registrato un +80% nel 2022 e nei primi mesi del 2023 si conta un aumento del 100%. Anche gli scambi commerciali con il Kazakistan non vanno male: +67% per entrambi gli anni. Infine da notare anche la Georgia12% in più per il 2022, aumento del 57% da gennaio a aprile di quest’anno.

Le opzioni a disposizione per i fan delle sanzioni

Secondo La Repubblica Stati Uniti e UE a questo punto hanno tre opzioni.

  1. Reagire male e prendersela come sempre con chi vuole solo lavorare andando a sanzionare anche le imprese locali. 
  2. Minacciare i governi centro asiatici per indurli ad attuare maggiori controlli.
  3. Rassegnarsi finalmente al fatto che le sanzioni non funzionano.

A questo punto dovrebbe aprirsi nel dibattito pubblico una seria riflessione sull’obiettivo dei pacchetti sanzionatori. Si vuole veramente colpire la Russia o è un’altra strategia per impoverire i cittadini?

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