da Il Giornale D’Italia – Zelensky fa marcia indietro sulla Crimea, niente più riconquiste militari ma solo un tavolo sul quale si possa negoziare. È questa l’ultima svolta relativa alla penisola che la Russia ha annesso nel 2014 dopo un referendum. È “preferibile e possibile negoziare una soluzione politica per la Crimea”, ha dichiarato il premier ucraino in un’intervista all’emittente 1+1. “Penso che sarebbe la cosa migliore”, ha aggiunto.
Crimea, Zelensky fa marcia indietro: “Preferibile e possibile negoziare una soluzione politica”
Zelensky in più occasioni aveva sostenuto che la riconquista della Crimea sarebbe stato un passo fondamentale per l’ucraina nel conflitto. Lo ha detto nel maggio 2022, piangendo le “enormi perdite per la riconquista militare”, lo scorso dicembre (“la base per la liberazione della Crimea, catturata dalla Russia, è la riconquista del territorio), a maggio e a luglio di quest’anno: “Non sarà vittoria finché senza riconquista Crimea. Guerra non finirà finché è occupata”.
Adesso la marcia indietro, dettata probabilmente dal fatto che Kiev non sta ottenendo i risultati sperati nella sua famosa controffensiva e non al punto che ha elencato Zelensky: “Ci saranno meno vittime se ci troveremo ai confini amministrativi della Crimea. Credo che così sarà possibile spingere politicamente per la smilitarizzazione”
Il ponte di Kerch in Crimea, che lega la penisola ad alcuni territori russi occupati, è stato oggetto di attacco per tre volte, dopo che Kiev ha ammesso che lì transitano i mezzi militari che Mosca utilizza nel conflitto.
Controffensiva ucraina a Sud
La controffensiva ucraina non sta andando come previsto. L’unico risultato di cui può vantarsi Kiev è che è stato fatto fuori un pezzo importante delle milizie armate russe come Prigozhin, ma il merito non è loro. Negli ultimi giorni, oltre agli scontati attacchi coi droni nella capitale, che puntano verso la zona economica di Mosca, la controffensiva ucraina si è spinta a Robotnye, Zaporizhzhia.
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