Brutale stupro di gruppo a Palermo, il giudice ha già scarcerato il minorenne considerato più violento. Giustizia vergognosa

Da Il Giornale – Nel gruppo responsabile dello stupro di Palermo c’era anche un ragazzo che, all’epoca dei fatti, era minorenne. È di queste ore la notizia che lui, diventato maggiorenne pochi giorni dopo i fatti, ha ammesso le sue responsabilità nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale dei minori, Alessandra Puglisi, che ha deciso per la sua scarcerazione e trasferimento in una comunità.

Contro il provvedimento ha fatto ricorso il procuratore Claudia Caramanna, per chiedere che il ragazzo torni in cella, perché i fatti di cui si è reso protagonista assieme agli altri stupratori sono estremamente gravi e, quindi, non compatibili con una scarcerazione, seppure per entrare in una comunità.



Il video che è stato trovato dagli investigatori nel telefono di uno degli accusati non lascia spazio ad alcuna interpretazione, anzi, dimostra che il più giovane del gruppo è stato uno tra i più violenti contro la vittima, fattispecie che non può essere ignorata.

A inchiodare il giovane, anche senza la sua confessione, c’erano comunque le chat scambiate con gli altri appartenenti del gruppo, tutti maggiorenni all’epoca dei fatti, che verranno ascoltati nella giornata odierna dal gip. Nel corso di una conversazione captata in caserma dai carabinieri, due dei ragazzi arrestati, Samuele La Grassa ed Elio Arnao, parlavano della necessità di nascondere i telefoni, uno dei quali sarebbe stato sistemato sotto terra per evitare che venisse trovato, quindi analizzato, dalle forze dell’ordine.



Poi me lo scrivi su WhatsApp dove lo hai messo“, diceva La Grassa ad Arnao. Che di rimando replicava: “Cosa, il telefono? Neanche in una pianta è… Era in un magazzino pure in un punto sotto terra. Lo sappiamo soltanto io e Francesco. Te l’ho detto, devi sempre avere qualcosa nascosta“. Un comportamento da consumati criminali che, però, si tradiscono nelle loro conversazioni all’interno della caserma.

Intanto proseguono le indagini e spunta anche l’ombra del revenge porn dietro lo stupro di gruppo. I giovani erano ben consapevoli che quello che stavano portando avanti era uno stupro di gruppo, tanto che uno di loro, spaventato dall’evolversi della situazione, ne ha cancellati alcuni subito dopo averli, però, fatti girare. “Li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino, perché non ne voglio sapere niente di questa storia“.

Per questo passaggio gli investigatori stanno indagando anche in questa direzione e solo le analisi dei cellulari potranno dire senza errore a chi siano stati inviati quei video, se a persone all’interno del gruppo o a terzi. In ogni caso, se il video ha comunque girato, oltre allo stupro di gruppo dovrebbe configurarsi automaticamente anche il reato di revenge porn.

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