A Mattarella i 102mila clandestini sbarcati non bastano, ne vuole altri: “Ingressi di migranti in un numero più ampio”

Da Il Giornale Sergio Mattarella è stato ospite del meeting di Rimini di Comunione e liberazione, accolto da lunghi applausi e standing-ovation. Il suo intervento è durato in tutto mezz’ora ma sono stati ben otto gli applausi che ne hanno interrotto il discorso, a sottolineare l’approvazione per le sue parole.

L’amicizia sociale è una dimensione che lega la comunità nell’affrontare le sfide della storia, e non vogliamo rinunciare oggi alla speranza della pace in Europa. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra“, ha detto il presidente, in riferimento al conflitto in Ucraina che ormai si protrae da un anno e mezzo.



Il capo dello Stato ha ricordato che “l’Europa che conosciamo è nata da un reciproco impegno di pace che i popoli e gli Stati si sono scambiati dopo l’abisso della Seconda guerra mondiale“. In questa società, poi, non mancano mai le occasioni per alimentare i contrasti, ha sottolineato Mattarella, che ha posto alcune domande retoriche sull’odio e sulla rincorsa ai beni materiali.

Su cosa si fonda la società umana, la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito? La realtà che si è organizzata nei secoli in società politica, dando vita alle regole – e alle istituzioni – che caratterizzano l’esperienza dei nostri giorni? È, forse, il carattere dello scontro?“, ha proseguito. Poi, ha aggiunto: “È, forse, il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone?“.



Se solo una di queste domande avesse ricevuto risposta positiva, spiega il presidente, “con ogni probabilità il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo e da tempo“. Quindi, il capo dello Stato ha invocato il rispetto delle diversità: “L’aspirazione non può essere quella di immaginare che l’amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario, se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all’appiattimento“.

E, quindi, ha affrontato a viso aperto il tema dei migranti, in un momento storico molto complicato: “Una pace giusta, non può dimenticare il dramma dei profughi. I fenomeni migratori vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere“. Quindi, ha aggiunto: “Servono ingressi regolari in numero ampio, non muri e barriere. Occorre un impegno, finalmente concreto e costante, dell’Unione europea e sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori“.

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