Stuprava capre e galline, l’orrore di un immigrato ghanese recidivo in un allevamento a Pesaro: condannato a soli 6 mesi di carcere

da Il Giornale – A Pesaro, un allevatore ha portato a giudizio uno straniero di origine ghanese con l’accusa di aver violentato le sue capre e galline. Secondo l’accusa, il 27enne è stato visto in più occasioni avere rapporti sessuali con gli animali, per i quali quei rapporti erano vere e proprie sevizie, insopportabili per le loro caratteristiche. Da qui, come riporta il Corriere Adriatico, la decisione del proprietario degli animali di agire in giudizio contro il ghanese per maltrattamenti.

Secondo l’ordinamento italiano, infatti, chiunque per crudeltà e in assenza di una reale necessità cagiona una ferita o una lesione o a un animale, sottoponendolo anche a sevizie, rischia una pena detentiva che va dai 3 ai 18 mesi e una multa che può arrivare fino a 30mila euro.



Questa la base giuridica sulla quale si basa l’accusa al ghanese, che si è introdotto in uno spazio verde privato alla periferia di Pesaro, dove l’uomo tiene gli animali. La perversione di chi tende e ha l’impulso di avere rapporti sessuali con gli animali viene definito come soggetto affetto da zooerastia.

Il processo ha avuto diversi rallentamenti e solo ieri l’imputato ha patteggiato la pena a 6 mesi di reclusione, sospesa in base al diritto italiano. Un risultato comunque ottimo considerando che il processo rischiava di chiudersi con un nulla di fatto. Lo scorso gennaio, infatti, l’uomo era considerato irreperibile: pur essendo regolare sul territorio italiano, il ghanese risulta essere senza fissa dimora e per questa ragione è stato cancellato dai registri anagrafici. Senza un recapito, per il tribunale non era possibile convocare l’uomo per la discussione. È stato solo grazie agli agenti delle volanti della questura di Pesaro che, durante una ricognizione, lo hanno riconosciuto e identificato.



Il ghanese, per altro, è risultato essere già noto alle forze dell’ordine a causa di altri precedenti ed è stato denunciato dal proprietario degli animali seviziati anche per furto e per violazione di domicilio, perché avrebbe rubato anche una bicicletta e perché si era introdotto all’interno delle strutture utilizzate per il ricovero degli animali e delle attrezzature.

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