“Non andiamo a Tunisi, non è un posto sicuro”: flotta Ong disubbidisce agli ordini di Roma e ci scarica 600 clandestini

La Repubblica – Quattro soccorsi operati in zona Sar maltese, coordinati dall’Italia. Ma, alla fine, dal Viminale arriva un’indicazione a sorpresa: “Chiedete il porto alla Tunisia”.

Indicazione anomala, visto che ormai da molti mesi la strategia del ministero dell’Interno è quella di offrire subito un porto di sbarco ( il più lontano possibile) alle navi umanitarie subito dopo il primo soccorso. Ma questa volta da Roma, la prima indicazione alla Astral di Open Arms di sbarcare i 60 migranti soccorsi a Lampedusa è stata ritirata. E la risposta è stata: “Andate in Tunisia”. Ma in serata gli è stato assegnato Porto Empedocle per lo sbarco.



La nave: “ Non andiamo, Tunisi non è posto sicuro”

La ong spagnola ha sottolineato: “Ricordiamo che la Tunisia non può essere considerato un porto di sbarco sicuro poiché da lì le persone vengono rimandate nei loro paesi di provenienza senza alcuna attenzione al loro status di richiedenti una protezione. Negli ultimi mesi, un gran numero di cittadini e cittadine subsahariani a Sfax, Sousse e nella capitale Tunisi sono state vittime di atti di violenza, si sono ritrovate senza alloggio e cibo e sono state private del diritto alla salute e ai trasporti. Inoltre, in molti casi si sono verificati respingimenti e abbandoni verso le zone desertiche con conseguenti decessi delle persone respinte, alcuni erano anche minori”.

Contravvenendo all’ordine del Viminale, e nella speranza di ottenere un porto in Italia, la Astral sta navigando comunque verso nord dopo aver evacuato, grazie ad un elicottero maltese, una donna incinta che a bordo ha perso i sensi. Alla fine il Viminale ha deciso di assegnargli l’approdo di Porto Empedocle. Lo rende noto la ong spagnola. Tra i 59 a bordo, 5 neonati e una ventina di donne, mentre una donna incinta era stata evacuata nelle scorse ore. “Dopo ore di attesa, donne, bambini e uomini provati dal mare e dalla traversata, potranno ricevere le cure cui hanno diritto”, dicono da Open Arms.



Troppi barchini in mare, in tilt il sistema dei porti

Ma cosa si cela dietro l’inedita indicazione del Viminale di mandare in Tunisia una ong che ha effettuato soccorsi in zona Sar di un altro Paese e dietro coordinamento della guardia costiera italiana? La sensazione è che, dopo il sistema di accoglienza, sia andato in tilt anche quello dei soccorsi e dei porti. Il weekend di ferragosto, con condizioni meteo favorevoli, rischia di segnare un numero di arrivi altissimo. Da stanotte a ora sono 650 i migranti presi dalla flotta umanitaria: 500 dalla Ocean Viking di Sos Mediterranée intervenuta per ben 11 volte su richiesta della Guardia costiera, 80 sulla Humanity 1 e 60 sulla Astral.

In mare, sulla rotta tra Tunisia e Lampedusa ( dove le partenze sono aumentate dopo gli accordi con  il presidente Saied) ci son decine di barchini a rischio naufragi tanto che la Guardia costiera ha dovuto deviare in zona Sar la nave Dattilo che avrebbe dovuto trasferire da Lampedusa sulla terraferma almeno un migliaio di migranti degli oltre 2.000 sbarcati nelle ultime 48 ore.  E in zona Sar ci sono ben otto navi umanitarie, alcune delle quali ( come la Astral) di piccola stazza, la cui missione è quella di intervenire per mettere in sicurezza i barchini e favorire il trasbordo su mezzi della Guardia costiera ( quando ci sono) o portarli a terra ma non certo in porti lontani che non sono in grado di raggiungere.

Da qui probabilmente la decisione del Viminale di invitare la Astral a portare i migranti in Tunisia.

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