L’Ong spagnola di Aita Mari: «L’Italia sta perdendo tanti “talenti” tra i migranti, loro vogliono aiutare l’Italia»…..talenti??

da Il Giornale – Ormai non fanno più notizia i mille sbarchi quotidiani a Lampedusa. È diventata una regola, la normalità, che dovrebbe imporre serie riflessioni sulla necessità di attuare un sistema efficace di blocco delle partenze, come sta tentanto di fare il governo, ma che nel nostro Paese e in Europa diventa motivo di discussione per implementare i fattori di pull-factor.

Le Ong in tal senso sono in primo piano, si lamentano un giorno sì e l’altro pure del nostro Paese, accusano l’Italia di avere un governo fascista eppure sono sempre lì a chiedere un porto, lamentandosi della distanza di assegnazione.



Alcuni porti decisi dalle autorità italiane hanno una distanza maggiore rispetto a quelli di altri Paesi: perché, allora, insistere sul nostro Paese? A questa domanda le Ong non sono in grado di rispondere ma la loro propaganda è più sincera e chiara di qualunque dichiarazione preconfezionata.

Lo dimostra la Ong spagnola Maydayterraneo, che arma la nave Aita Mari, una delle piccole che in queste settimane sta provando ad aggirare le disposizioni del governo, facendo leva sull’impossibilità di raggiungere porti lontani. L’organizzazione non governativa ha condiviso un video nel quale un migrante del Gambia spiega in inglese, ma con sottotitoli in spagnolo, che “tutti coloro che migrano hanno la loro storia. La mia storia è diversa dalla storia di altri, le persone si spostano per qualche difficoltà, perché come tutti sappiamo essere migranti non è reato“. Diventa reato quando si migra senza documenti, ma questo sembra essere irrilevante per la Ong e per gli stessi migranti.



Ma andando oltre, il gambiano parla nello specifico dell’Italia e dice: “È come se stessero perdendo molte persone che hanno talento, persone molto intelligenti“. Ma la Ong va oltre e aggiunge: “Molti dei suoi amici sono laureati, hanno studi universitari, master… Pagano le tasse e vogliono aiutare l’Italia a prosperare ma hanno bisogno di un’opportunità“. Bisognerebbe chiedere alla Ong se sanno quanti ragazzi italiani sono laureati, pagano le tasse e chiedono un’opportunità. O forse valgono meno? La Ong insiste: “L’Italia (e l’Europa) stanno perdendo talenti.

Ci sono migranti laureati, magistrali che sono condannati a lavori precari quando con un piccolo aiuto potrebbero dare un grande contributo ai Paesi europei“. Moltissimi laureati del nostro Paese, se avessero un aiuto, potrebbero e vorrebbero aiutare l’Italia ma non ci riescono.

Ci sono migliaia di talenti italiani che svolgono lavori precari e sottopagati o forse la Ong vuole lasciare intendere che i laureati italiani sono meno bravi? Il fatto che venga sottolineato che l’Italia abbia bisogno di laureati stranieri, nel discorso della Ong, indica che il resto d’Europa, invece, non ne richiede e quindi per questo dev’essere il nostro Paese a farsene carico?

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