“L’Italia deve rispedire indietro i barconi con la Marina Militare”: l’ex premier australiano insegna a Meloni come fermare l’invasione

Da RadioRadio – Il governo Meloni sta vivendo negli ultimi giorni il periodo più complesso dal suo insediamento, a causa dell’esplosione degli sbarchi di immigrati a Lampedusa e la conseguente situazione d’emergenza che vede coinvolto il centro d’accoglienza dell’isola, ormai al collasso.

L’atteggiamento di placida attesa che il governo sta mettendo in atto nei confronti degli aiuti che dovrebbero arrivare dall’Europa ha spazientito, e non poco, lo scaglione meno moderato dei sostenitori della coalizione di destra e del governo Meloni. C’è chi sostiene che il toro vada preso per le corna: la situazione è ormai fuori controllo e dei provvedimenti efficaci si rendono necessari affinché l’emergenza possa essere sedata e il fenomeno immigrazione regolarizzato.



Francesco Giubilei, presidente di ‘Nazione Futura’, reduce da un’intervista a Tony Abbott, ex primo ministro australiano che lanciò l’operazione “No way“, ci spiega come il modello australiano possa essere d’ispirazione per la situazione d’emergenza Italiana:

Questo modello propone un piano che si compone di tre soluzioni principali: la prima consiste nella nomina di un generale che possa avere il controllo assoluto su tutti i temi dell’immigrazione, la seconda nell’attuare una strategia mediatica ad hoc nei paesi da cui partono le rotte migratorie, dando l’immagine dell’Italia come un paese non disposto ad aprire i propri confini all’immigrazione, la terza nell’uso della Marina nel momento in cui vengono soccorsi i barconi in mare al fine di rispedirli indietro in sicurezza“.



Sui malumori dell’elettorato di destra Giubilei sostiene che fino alle elezioni europee il consenso del governo Meloni rimarrà stabile e che le problematiche nasceranno in seguito: “Dopo le europee si apriranno scenari complessi che porteranno la destra a scaglionarsi. La Lega cercherà di assumere una posizione identitaria e Fratelli d’Italia continuerà sulla linea moderata che sta adottando, certo è che questi conflitti interni, attualmente in forma embrionale, sono destinati a creare ulteriori dubbi e malumori nell’elettorato“.

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