La vice di Zelensky: “Non cederemo territori ai russi”. Poi la sparata di Kiev: “La Russia deve essere distrutta come Cartagine”

da ByoBlu –  L’unica certezza è che la violenza durerà ancora molto tempo. La vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, non ha voluto sbilanciarsi in merito alla durata del conflitto in atto contro Mosca. Kiev continua a non essere intenzionata a parlare di pace e la retorica di queste ore conferma tale tendenza.

Kiev: “La Russia finirà come Cartagine”

Il presidente del consiglio di sicurezza nazionale, Oleksiy Danilov, ha sentenziato dalle  colonne del quotidiano “La Repubblica: “La Russia deve essere distrutta come una moderna Cartagine”, ribadendo così la necessità del ritorno, sotto la propria giurisdizione, dei territori occupati momentaneamente da Mosca.



Una possibile cessione a quest’ultima di alcune aree in cambio dell’adesione alla Nato suggerita da Stian Jenssen, direttore dell’ufficio privato del segretario generale Jens Stoltenberg, non è piaciuta ai destinatari della proposta. Immediata la protesta, espressa tramite un post su X (ex Twitter) del consigliere di Volodymyr Zelensky: “ È ridicolo. Ciò significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia, preservare il regime russo, distruggere il diritto internazionale e tramandare la guerra ad altre generazioni”, ha scritto  Mykhailo Podolyak sul social network.

La marcia indietro della Nato

Il portavoce del Patto Atlantico ha ribadito il sostegno al proprio beniamino fino a quando ci sarà bisogno, evidenziando che la posizione dell’ente militare non è cambiata. La marcia indietro dimostra l’evidente incapacità di spingere l’ex comico ad adottare scelte razionali in vista di una soluzione pacifica della crisi.



L’Ucraina ammette di aver attaccato il ponte di Crimea

La propaganda del diretto interessato prosegue senza sosta. I suoi 007 hanno ammesso infatti, per la prima volta, di aver colpito il ponte di Crimea lo scorso ottobre e a luglio. La rete televisiva americana Cnn ha ottenuto il video dell’attentato, avvenuto il mese scorso, contro l’infrastruttura. Le immagini, diffuse dall’emittente d’Oltreoceano, hanno mostrato un primo drone, imbottito con 850 chili di esplosivo, mentre si stava avvicinando al pilone del viadotto. Il video, andato in onda, ha ritratto anche un secondo velivolo senza pilota mentre viaggiava verso il lato ferroviario del cavalcavia. Il numero uno dei servizi segreti ha promesso che ci saranno ulteriori iniziative simili. Le ostilità intanto non si fermano sui campi di battaglia.

La violenza non si ferma

Le autorità di Odessa hanno denunciato alcuni raid, compiuti dai mezzi bellici del Cremlino, che hanno danneggiato alcuni magazzini e granai. Gli incendi, che hanno coinvolto i depositi, sono stati estinti rapidamente.

Nave partita dal porto di Odessa

Una nave container battente bandiera di Hong Kong, con prodotti alimentari e di altro tipo per un peso complessivo di 30mila tonnellate, ha lasciato il porto della località in questione per dirigersi  in direzione del Bosforo lungo il corridoio temporaneo stabilito dopo la mancata proroga dell’accordo sul grano.

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