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Italia nella morsa del caldo: un giugno 2025 da record

Giugno 2025 si sta rivelando uno dei mesi più caldi mai registrati in Italia, con temperature che superano di gran lunga le medie stagionali. L’anticiclone africano ha portato un’ondata di calore intensa e prolungata, con picchi termici che hanno raggiunto e superato i 40°C in diverse regioni del Paese.

Un’ondata di calore senza precedenti

L’anticiclone subtropicale africano ha iniziato a influenzare il clima italiano a partire dal 6 giugno, portando temperature elevate e condizioni di stabilità atmosferica. Secondo le previsioni, questa situazione persisterà almeno fino al 16 giugno, con temperature che potrebbero raggiungere i 42°C in alcune aree del Sud e delle Isole.

Le città più colpite includono Firenze e Bologna, dove sono previsti picchi di 38°C, mentre nel Sud e sulle Isole si potrebbero toccare i 40-42°C. Il Ministero della Salute ha emesso bollini rossi per Bolzano, Campobasso e Perugia, indicando il massimo livello di rischio per la salute.

A rischio la salute di migliaia di italiani

Non è solo questione di sudore e stanchezza. Le ondate di calore, soprattutto quelle persistenti e con notti tropicali (cioè con temperature minime superiori ai 20°C), possono trasformarsi in vere emergenze sanitarie. Il nostro corpo funziona bene entro un certo margine termico. Quando questo viene superato per giorni consecutivi, l’organismo va sotto stress. I sistemi di raffreddamento fisiologico – in primis la sudorazione – iniziano a perdere efficacia. Il cuore lavora di più per mantenere la temperatura interna, la pressione si modifica, l’idratazione cala, e i reni vengono sovraccaricati.

Le persone più colpite sono gli anziani, in particolare gli individui sopra i 75 anni, perché il loro sistema di termoregolazione è meno efficiente. Spesso vivono soli, in case poco ventilate, e assumono farmaci che complicano la risposta al calore. Anche i bambini piccoli sono molto vulnerabili: la loro massa corporea ridotta e la difficoltà a comunicare il disagio li espone maggiormente a disidratazione e colpi di calore. Poi ci sono i lavoratori all’aperto, come operai, agricoltori, rider, muratori. Per loro, ore sotto il sole possono causare un improvviso collasso termico.

E non è solo teoria: nelle ultime settimane, i pronto soccorso italiani hanno visto un aumento dei ricoveri per svenimenti, aritmie, disidratazione grave e complicanze respiratorie. In molti casi, si tratta di pazienti già fragili, in cui il caldo agisce come “fattore scatenante” di malattie latenti o controllate. I colpi di calore – con temperatura corporea interna che può superare i 40°C – sono emergenze vere e proprie, potenzialmente letali se non trattate in pochi minuti. Ma anche un’ipertermia moderata può causare conseguenze neurologiche o metaboliche durature.

Infine, non va dimenticato l’effetto indiretto del caldo sul sonno. Le notti tropicali impediscono un riposo adeguato, soprattutto a chi vive in città o in appartamenti senza aria condizionata. Il sonno interrotto per giorni riduce le difese immunitarie, aggrava l’ansia, la depressione, l’ipertensione. In questo senso, il caldo prolungato non è solo un’emergenza acuta ma una forma di stress cronico.

Le autorità sanitarie hanno attivato piani di allerta specifici. Il Ministero della Salute monitora ogni giorno 27 città italiane, fornendo bollettini che classificano il livello di rischio da 0 a 3. Le città con “bollino rosso” sono quelle dove, in base alla combinazione tra temperatura percepita e vulnerabilità della popolazione, il rischio sanitario è massimo. Campagne di sensibilizzazione, numeri verdi per gli anziani soli, distribuzione di acqua nei luoghi pubblici: queste misure stanno diventando sempre più necessarie e strutturali.

Un ecosistema in difficoltà

Come se non bastasse, questa ondata di calore non minaccia solo l’essere umano, ma l’intero ecosistema. L’Italia, per la sua posizione geografica, è considerata una dei paesi del Mediterraneo più vulnerabili alla desertificazione. E gli effetti si vedranno ora, sì, ma anche negli anni a venire.

Uno degli elementi che soffre maggiormente gli effetti del caldo record è il ciclo dell’acqua. L’assenza di precipitazioni, unita all’evaporazione accelerata per via delle temperature elevate, sta mettendo a dura prova le riserve idriche. Secondo le stime dell’Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche), i bacini idrici del Centro-Sud sono già scesi sotto il 50% della capacità. Le coltivazioni irrigue – come mais, riso, ortaggi – sono in seria difficoltà. In Lombardia e Emilia, alcune aziende agricole stanno addirittura razionando l’acqua.

Tutto questo genera un effetto a catena che va a impattare più di un aspetto della vita degli italiani, portafoglio incluso. Mancanza di acqua -> riduzione della produzione agricola, aumento dei prezzi alimentari, peggioramento della qualità dell’aria (meno umidità = più polveri in sospensione) e inquinamento di falde e corsi d’acqua.

Meno piogge equivalgono anche a piante in sofferenza, che si seccano, dando così origine a un fenomeno che, purtroppo, è molto familiare all’Italia: gli incendi boschivi.

Chi l’ha vissuta, se lo ricorda: l’estate 2021 è stata una delle peggiori degli ultimi 15 anni per numero e gravità degli incendi, e il 2025 potrebbe superarla. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha già registrato un aumento anomalo di roghi spontanei, in particolare nelle regioni appenniniche e nel Meridione.

Gli incendi danneggiano non solo le foreste, ma anche l’agricoltura, la fauna e l’aria che respiriamo. Un ettaro di bosco bruciato può liberare nell’atmosfera oltre 60 tonnellate di CO₂, aggravando l’effetto serra. Inoltre, i fumi prodotti contengono particolato fine (PM2.5) pericoloso per la salute umana.

Come proteggersi dal caldo

Per affrontare l’ondata di calore, è importante adottare alcune precauzioni:

  • Rimanere idratati: bere molta acqua, evitando bevande alcoliche o zuccherate.
  • Evitare l’esposizione al sole: soprattutto nelle ore più calde della giornata (dalle 11:00 alle 17:00).
  • Indossare abiti leggeri: preferibilmente di colore chiaro e in tessuti naturali.
  • Utilizzare ventilatori o condizionatori: per mantenere gli ambienti freschi.
  • Controllare le previsioni meteo: e seguire le indicazioni delle autorità locali.

Prospettive future

Le previsioni indicano che l’ondata di calore potrebbe continuare anche nella seconda metà di giugno, con temperature che rimarranno elevate e condizioni di siccità persistenti. È fondamentale adottare misure di adattamento e mitigazione per affrontare i cambiamenti climatici in corso, proteggendo la salute pubblica e l’ambiente.

L’estate 2025 si preannuncia come una delle più calde e difficili degli ultimi decenni,l’ennesimo sintomo di una malattia da affrontare con decisione e responsabilità: la crisi climatica.