Il filosofo Abbate contro i “santificatori” della Murgia. L’affondo durissimo: “Contro il potere? Ecco chi era davvero…”

Da Il Paragone – Orfana di ogni ideologia e di ogni idea, incapace di fare opposizione a un governo di destra che vola nei sondaggi, presi dal loro “radicalchicchismo” che non gli permette di avanzare proposte serie su lavoro e economia, la sinistra si aggrappa alle inezie e si allontana sempre più dal popolo.

In questo scenario, procede la santificazione di Michela Murgia. Si insiste sempre più sulla sua “politica” e sempre meno sulle sue opere da scrittrice. Non è un caso che Dacia Maraini, sull’Huffington Post, scrive addirittura che la defunta autrice “ricorda Sant’Agostino: l’esperienza personale diventa simbolo universale”.



Una cosa è certa: ha sempre attaccato, morto o vivo che fosse, chiunque andasse contro le sue idee. E così, nel coro unanime di beatificazione, si levano alcune voci scomode che vanno controcorrente, con coraggio. Prima Giampiero Mughini, ora lo scrittore Fulvio Abbate. Cosa hanno detto?

Fulvio Abbate, da sempre critico contro certa sinistra, quella che lui racchiude sotto la definizione di “amichettista” (tanto da aver dedicato all’amichettismo – parola da lui coniata – un saggio), ha voluto commentare sul suo profilo Twitter i funerali di Michela Murgia. Lo ha fatto con il suo stile, diretto e tagliente, che mette sempre al primo posto l’intellettuale e non le opinioni di comodo. Già in vita Abbate aveva spesso attaccato la scrittrice e la sua “cerchia” per il fatto di dirsi contro il potere mentre in realtà di un potere faceva parte e ne era prima attrice. Ha scritto in merito alle esequie: “Dai funerali di Togliatti a quello della Murgia. Da “Bandiera rossa” e “l’Internazionale” ai BTS, una boy band sudcoreana. Da compagni e compagne a cosplayer. Non sarà difficile con queste immagini spiegare l’abisso della sinistra“. Più chiaro di così? Ma non è tutto.



Fulvio Abbate, il tweet contro il funerale di Michela Murgia

Fulvio Abbate ha poi dedicato un secondo tweet all’evento, e ha scritto: “Mai così tanta retorica sulla famiglia (queer o tradizionale catto-claustrofobica, fa lo stesso) dal tempo delle pie donne di Padre Pio e dai libri dedicati sempre al frate di Pietrelcina dall’avvocato Pandiscia”. Insomma, un modo per sottolineare contraddizioni velate o palesi di quel mondo che la stessa Michela Murgia ha incensato, promosso, appoggiato, tanto da fare – proprio negli ultimi giorni della sua vita – un “matrimonio queer“. Prima di Abbate, ci aveva pensato Mughini ad alzare un’altra voce controcorrente, sottolineando come il “prendere posizione” della Murgia implicasse sempre il non rispetto, però, della posizione altrui. Questo portava dunque ad attacchi, anche feroci, che implicavano l’idea che la sola posizione giusta fosse la sua.

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