Il “beccamorto” Saviano vuole trasformare il funerale della Murgia in una passerella politica contro Meloni. Squallido!

da Il Secolo D’Italia – “Accorrete, amici che la pensate come lei, che il funerale sia un atto politico, venite a testimoniare…”, è l’invocazione di Padre Roberto Saviano, custode del “murgismo” mediatico, uno che vuole derubricare l’omaggio alla scrittrice al rango di passerella per pochi, o molti, militanti del pensiero “giusto”.

Che Michela Murgia avesse le sue idee politiche, molto spesso coincidenti con quelle della sinistra, non c’è dubbio. Che avesse immaginato per se stessa un funerale “politico” nel quale far confluire solo amici e simpatizzanti, sembra impossibile, per una scrittrice di ispirazione “cristiana” che coltivava il sogno di parlare a tutti e magari di “convincere” qualcuno, forse perfino la Meloni.



Il suo sogno di morire senza un premier di destra al governo non lo ha realizzato, ma quegli appelli al funerale-passerella politica, lanciati dall’amico Roberto Saviano, come al solito denotano la capacità dello scrittore napoletano di mischiare idee e faziosità, sentimenti sinceri a interessi personali o politici.

Come se un funerale, fosse anche di Che Guevara, possa davvero essere trasformato in un atto “politico” che prevede avversari, nemici, lotte di classe o di opinioni perfino dal pulpito di una chiesa dove forse entrerà il Cardinale Zuppi, non proprio allineato alle convinzioni personali della Murgia. Politico può non essere necessariamente sinonimo di “fazioso”, ma Saviano, invitando chi la pensava come lei a venire, rovina anche la nobiltà di quel termine.



Il funerale politico della Murgia che tanto piace solo a Saviano

Per lo scrittore di “Gomorra”, al quale riesce difficile sempre, anche oggi, restare sullo sfondo di un evento lasciando lo zoom alla protagonista – ma anche per qualche giornale, come La Stampa e Repubblica – oggi pomeriggio alle 15.30, alla chiesa degli Artisti, nel centro di Roma, dovrebbe consumarsi un “comizietto” di amici e fans… Che peccato, che occasione persa, l’ennesima, da sinistra, per celebrare in una commozione bipartisan una figura divisiva ma centrale nel dibattito politico, come aveva sottolineato la stessa “nemica” della Murgia, Giorgia Meloni.

“Michela ha immaginato il suo funerale come un atto politico, un incontro di tutti coloro che l’hanno letta, voluta bene, difesa, sostenuta. Una celebrazione della strada percorsa insieme”, ha scritto ieri sui social Roberto Saviano invitando “coloro che hanno condiviso il sentire di Michela a venire a questo funerale che non ha nulla di privato, per tutti è stato il suo scrivere, per tutti è stato il suo dire, per tutti il suo lottare e per tutti sarà questo saluto”. Saviano che ci illumina su cosa immaginava la Murgia è un altro aspetto inquietante della vicenda.

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