I magistrati “parassiti” che si fanno le vacanze a scrocco con i soldi dei cittadini: dal resort a Pianosa ai villaggi in Sardegna

da Il Giornale – C’è il diritto allo snorkeling ma anche il diritto allo slalom, tra guarentigie dei magistrati italiani. Il Pianosa resort, il gruppo di alloggi di proprietà dell’amministrazione penitenziaria nell’isola tirrenica dove per anni toghe più o meno a rischio hanno passato a prezzi ridicoli le loro vacanze estive, non è l’unica struttura pubblica messa a disposizione di giudici e pubblici ministeri per le loro esigenze private.

Strutture al mare, strutture ai monti, persino abitazioni private vengono assegnate – sotto le motivazioni più disparate – a appartenenti all’ordine giudiziario secondo una graduatoria non scritta fatta di prestigio professionale e capacità relazionali.



Struttura gemella a quella di Pianosa è quella di Is Arenas, nel Comune di Arbus, sulla costa sudoccidentale della Sardegna. Anche il resort di Is Arenas sorge a ridosso di una struttura carceraria che – a differenza di Pianosa, dove esiste solo una colonia agricola per detenuti a custodia attenuata è ancora pienamente operativa, con un’ottantina di prigionieri. A poca distanza dal carcere ci sono gli alloggi che vengono assegnati ogni anno per il periodo estivo dall’Eap, l’ente previdenziale per la polizia penitenziaria.

Strutture semplici ma confortevoli, affacciate su un mare maldiviano, dove sostanzialmente non si paga l’affitto. Il sito dell’Eap dice che chi va a Is Arenas «partecipa alla contribuzione volontaria a favore dell’Ente». Comprensibile se a usufruire della vacanza low cost fossero davvero solo agenti di custodia e altri dipendenti delle carceri, un po’ meno se come spiegano fonti dell’Eap – allo stesso bando di concorso possono partecipare, come per Pianosa, anche altri stipendiati del ministero della Giustizia, compresi «per motivi di sicurezza» i magistrati.



E anche a Is Arenas i magistrati negli anni passati non hanno lesinato le loro visite estive. L’utilizzo da parte delle toghe dei beni dell’amministrazione penitenziaria è d’altronde ben noto da tempo agli addetti ai lavori. Perché le case-vacanze sono solo un aspetto marginale anche se indubbiamente colorito.

Nel patrimonio immobiliare del Dap, la direzione delle carceri, c’è anche una quantità di appartamenti urbani. Sono quasi sempre collocati a ridosso delle prigioni, in zone degradate o periferiche, e ad abitarci sono in genere funzionari o agenti in servizio nelle carceri adiacenti. Ma una quota di questi appartamenti è a ridosso di carceri posti nei centri storici delle città, in zone di pregio: il caso più significativo è quello di Regina Coeli, la casa di reclusione storica della Capitale, affacciata sul Tevere.

A chiedere e a ottenere di abitare in alcuni di questi appartamenti a prezzi fuori mercato sono stati in passato numerosi magistrati. Nel 2018, quando arrivò a dirigere il Dap, il pm Francesco Basentini si fece portare l’elenco completo degli affitti e delle morosità, ne rimase dolorosamente colpito al punto di avviare un progetto integrale di riforma della gestione del patrimonio immobiliare. Poi Basentini dovette lasciare il Dap, e il progetto non si sa che fine abbia fatto.
Entrambi – i resort sulle spiagge, le case in città – finiscono per alimentare un luogo comune duro a morire: quello secondo cui in parte della magistratura italiana alberghi una mentalità per cui ricevere un trattamento di favore non è considerato un privilegio da disdegnare ma un doveroso omaggio al prestigio della toga. Di episodi singoli se ne potrebbero fare infiniti, ma esistono anche casi di scrocco collettivo.

Negli anni Ottanta era considerato normale che i magistrati arrivati a Milano ricevessero in dotazione un appartamento di proprietà del Pio Albergo Trivulzio, quello di Mario Chiesa, l’arrestato numero uno di Mani Pulite. Ora alcuni eccessi sono cessaSISTEMA A sinistra, il villaggio Is Arenas: 23 alloggi prefabbricati accanto alla Casa di Reclusioni di Arbus (Sud Sardegna). Sotto, nell’ordine, il villaggio alpino «Tempesti» a Corvara, la Darsena di Augusto a Pianosa e «Villa Ausserer» a Siusi ti. Ma quando si parla di vacanze, una certa vocazione al risparmio si fa sentire, anche quando è il momento di andare a sciare. Se la polizia penitenziaria non ha a disposizione grandi alloggi sulle montagne, a colmare la lacuna provvedono le caserme sia dei carabinieri sia della polizia, dove i magistrati – sempre sotto l’egida dei motivi di sicurezza – possono chiedere di essere ospitati per le settimane bianche. Stesso discorso per le strutture dell’esercito.

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