Gli esperti dell’Aiea: “Nessuna traccia di esplosivi russi nella centrale di Zaporizhzhia”. Era una fake news di Zelensky, solita propaganda

da ByoBlu – Era l’inizio di luglio quando il mondo si risvegliò per l’ennesima volta nell’incubo di una possibile apocalisse nucleare. O almeno questo era il quadro presentato dalla stampa dominante.

Un allarme che esisteva solo sulle prime pagine dei media

Da Open al Corriere della Sera, passando per le principali agenzie di stampa come Adnkronos, tutti davano quasi per certa una non meglio precisata “esplosione nucleare controllata” presso la centrale di Zaporizhzhia. Una notizia allarmante diffusa ai quattro venti sulla base delle accuse fatte dall’Ucraina, senza una controverifica.



In particolare, il Presidente Zelensky aveva diffuso alcune immagini satellitari che, secondo Kiev, avrebbero dimostrato la presenza di mine ed esplosivi sui tetti dei reattori 3 e 4 della centrale. Ricordiamo che l’impianto di Zaporizhzhia è attualmente sotto il controllo dell’esercito russo all’interno di una zona contesa tra Mosca e Kiev e le accuse tra le due parti su un possibile sabotaggio della centrale si sono sprecate fin dall’inizio della nuova fase del conflitto.

Già in quei giorni i responsabili dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, a seguito di ispezioni al sito, riportavano di non aver osservato presenza di esplosivi, pur non avendo avuto accesso ai reattori 3 e 4.



“Nessuna traccia di esplosivi nella centrale”

Ora, a distanza di qualche settimana, abbiamo la conferma di come l’allarme lanciato da Zelensky e dai media italiani fosse del tutto infondato. “I nostri esperti non hanno osservato mine o esplosivi sui tetti degli edifici dei reattori dell’Unità 3 e dell’Unità 4 e nelle sale turbine della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya, dopo aver avuto accesso ieri pomeriggio”, così ha dichiarato Rafael Mariano Grossi, l’argentino direttore generale dell’Agenzia.

Fortunatamente non era vero ciò che sosteneva Zelensky qualche settimana fa, nessuna mina era stata posta dai russi sui reattori della centrale nucleare. D’altronde quale vantaggio avrebbe potuto ottenere Mosca da una simile azione? La centrale si trova infatti non distante dalla regione del Donbass, territorio su cui la Russia intende mantenere il controllo e che sarebbe inevitabilmente compromesso in caso di esplosione della centrale.

Nuova incursione di droni ucraini

Nel frattempo il conflitto prosegue e la controffensiva ucraina sembra ottenere risultati solo attraverso l’utilizzo estemporaneo di droni. Dopo l’attacco al ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea, nelle scorse ore altri droni ucraini hanno fatto un’incursione sempre in quella zona. In questo caso ad essere attaccata è stata la petroliera russa Sig, un’imbarcazione oggetto di sanzioni occidentali già dai tempi del conflitto in Siria, per aver fornito carburante a Damasco.

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