Caso Giulia Cecchettin, non potevano mancare le farneticazioni di Fratoianni: “Cultura malata, liberare gli uomini dal machismo”

Roma, 19 nov. (Adnkronos) – “Giulia Cecchettin è stata brutalmente uccisa da Filippo Turetta, un uomo violento e maschilista. Filippo Turetta non è un bravo ragazzo, non è stato colto da un raptus imprevedibile e non era nemmeno molto innamorato di Giulia.

Filippo Turetta era possessivo, geloso, invadente, probabilmente invidioso e sicuramente molto aggressivo. Ma soprattutto Filippo Turetta non è un mostro, nel senso che non è una personalità criminale del tutto eccezionale, perché i ‘Filippo’ che uccidono una donna, quella a cui sono più vicini, sono centinaia ogni anno in Italia e centinaia di migliaia sono le donne che, anche se non vengono uccise, subiscono una forma di violenza sessuale, fisica o psicologica”.



Lo scrive su Facebook il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Gli uomini violenti -aggiunge- sono il frutto di una cultura malata in cui siamo tutti immersi, il frutto del patriarcato e del maschilismo che dobbiamo debellare. Tocca quindi a noi, noi uomini, uscire dal silenzio e agire. Dobbiamo educare gli altri uomini e i più giovani. Dobbiamo cambiare noi stessi e il nostro linguaggio.

Le donne non sono un corpo da possedere, non devono ubbidire ai propri uomini e non possono essere costrette a fare alcunché, non possiamo limitare la loro libertà e violare la loro privacy”. “Questo cambiamento è già cominciato, ma noi dobbiamo evitare che lo smarrimento di tanti uomini di fronte alla necessità di distruggere i modelli tradizionali del passato si trasformi in comportamenti persino più violenti e in un colpo di coda del patriarcato.



Per questo -conclude Fratoianni- dobbiamo ascoltare ed educare, in ogni scuola del Paese e in ogni luogo in cui si trovino giovani uomini e donne, per sostenere un percorso che porti ad una vera liberazione, quella delle donne che saranno libere dalla violenza, ma anche la nostra, quella degli uomini, davvero liberi da una gabbia culturale machista che ci impedisce di stare in relazione profonda con i nostri reali sentimenti, le nostre fragilità e i nostri bisogni. Facciamolo superiamo il mutismo, non lasciamo sole le donne in questa battaglia”.

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