Allarme islamizzazione in Europa, tra bomba demografica e fallimento della società multietnica: in Belgio gli islamici sono quasi maggioranza

Da Il Paragone – A noi di essere politicamente corretti interessa poco e, a differenza di tanti colleghi certamente più blasonati, non possiamo non osservare con una certa preoccupazione la bomba demografica islamica, quella che fa sì che, oramai, la componente di religione musulmana che vive entro i nostri confini rappresenti una percentuale importante, destinata a crescere gradualmente.

Non è, quella di chi scrive, “islamofobia” o “xenofobia” o qualsivoglia fobia, ma è una semplice constatazione dell’impossibilità della integrazione di soggetti che, semplicemente e in maniera piuttosto evidente, non intendono integrarsi, anzi tentano di esportare qui i segni della loro cultura, oppressiva per la donna e discriminatoria per il cittadino autoctono, colpevole essenzialmente di essere “occidentale” e – qualcuno – persino cristiano.



L’Islam non può scindere la sfera religioso-culturale da quella pubblica o familiare, e ciò collide con i valori su cui è fondata ogni democrazia, e tragici casi di cronaca (un nome su tutti: la povera Saman Abbas) ce lo testimoniano periodicamente. E dunque, ci ritroveremo, noi “infedeli”, stranieri in patria? Non è una domanda retorica o un interrogativo peregrino, se osserviamo i numeri esponenziali negli Stati che compongono l’Unione europea.

Una convivenza difficile, praticamente impossibile

La società multietnica in Europa è realtà, ma non sappiamo se sia anche una “ricchezza”, come è secondo la vulgata corrente. E dunque partiamo proprio da Bruxelles, capitale del Leviatano comunitario: qui i belgi sono già in minoranza. Sebbene le donne di nazionalità straniera rappresentino solo una donna su sei in età fertile in Belgio, un bambino su quattro è nato da donne che non sono di nazionalità belga.



Quasi la metà di tutti i bambini in Belgio sono nati da donne straniere. Questo è il quadro emerso dall’Istituto di statistica belga, di contro abbiamo un inverno demografico, che, ad esempio in Italia, è assai preoccupante. Qualcuno ricorderà che il presidente algerino Boumediene, che fu in seguito parafrasato da Arafat, disse una volta: “È con il ventre delle nostre donne che conquisteremo l’Europa”.

Lo scorso aprile, come abbiamo riportato, una delle principali storiche italiane, Lucetta Scaraffia, dunque non una pericolosa eversiva, si domandava: “Cosa può succedere domani se una percentuale notevole di abitanti del nostro Paese, essendo di religione islamica, rivendica il diritto di essere giudicata in base alla Sharìa?”. Peraltro, le corti islamiche già esistono nel Regno Unito, e si fanno giustizia da sé. Hamza Piccardo, il convertito che è leader dei musulmani italiani, vorrebbe introdurle anche da noi.

La bomba demografica: i numeri

Ora, torniamo ai numeri, impietosi, come li riscontriamo sul Corriere della sera: oggi vivono nell’Unione europea 26 milioni di musulmani, il 5% del totale: una cifra in rapida crescita sia per i più alti tassi di fertilità sia per i flussi migratori. I periodici disordini delle banlieues francesi ci hanno mostrato che anche le seconde o terze generazioni non siano affatto integrati, né pare intendano farlo, nella cornice dei nostri princìpi e valori.

In Francia si contano più di 750 “Zus” (zone urbane sensibili), dove vivono circa 6 milioni di giovani totalmente privi di punti di riferimento. Guardando più in prospettiva, e affidandoci sempre ai dati forniti dal quotidiano milanese, entro i prossimi 30 anni si stima che il numero possa salire fino a 75 milioni (14%). In Germania le comunità islamiche arriverebbero a costituire il 20% della popolazione, in Francia il 18%, in Italia il 15%.

Il rischio della radicalizzazione

In conclusione, un dato ancora più scioccante, se possibile, giunge dai servizi segreti tedeschi: in Germania si stima la presenza di più di 25 mila fanatici, di cui “duemila potenziali attentatori“.

E, ora che è deflagrato il conflitto tra Israele e Hamas, il dato non ci pare confortante: l’odio verso l’Occidente era facilmente riscontrabile nelle varie manifestazioni di queste settimane. Per concludere, ed è facile intuirne i motivi, la quota di elettori della Ue che votano partiti con orientamenti islamofobi è oggi pari al 14%, il triplo rispetto al 5% di vent’anni fa. La recente affermazione dell’olandese “islamofobo” Geert Wilders rappresenta l’esempio più recente.

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